Ad Avellino ha giocato per una sola stagione ma il ricordo dell’esperienza irpina è sempre vivo nella mente e nel cuore di Gianni Improta, attaccante voluto personalmente dal patron Sibilia a vestire la casacca biancoverde nel 1974\1975 e che con i suoi gol contribuì alla seconda salvezza consecutiva dei lupi in cadetteria. ‘’Un anno bellissimo, un’esperienza indimenticabile per la quale non smetterò mai di ringraziare il commendatore Antonio Sibilia, un galantuomo, una persona di altri tempi’’. Ironia del destino, il ‘’baronetto di Posillipo’’ è ritornato in città per la presentazione del libro ‘’Avellino che storia, 100 anni da lupi’’ che si è svolta ieri, a pochi giorni dal match di domenica tra i biancoverdi e il Catanzaro, squadra della quale Improta divenne bandiera, proprio dopo l’esperienza in Irpinia. Dei calabresi l’ex attaccante biancoverde è stato anche dirigente negli anni successivi e fu proprio lui a scoprire nel 1987 Massimo Rastelli e a farlo esordire in cadetteria con la maglia dei giallorossi, dopo averne notato il talento nella precedente stagione in Interregionale nelle fila del Solofra: ‘’E’ stato un immenso piacere ritrovare tanti amici di vecchia data, tra cui su tutti il mio ‘’pupillo’’ Massimo Rastelli, sul quale scommetto anche da allenatore, dopo aver indovinato nel puntare sulle sue qualità di calciatore. Ho sentito critiche ingiuste nei suoi confronti dopo la gara col Latina. Ai tifosi e all’ambiente dico solo di tenervelo stretto, in quanto credo che sia l’uomo giusto per portare in cadetteria una piazza che merita e che quest’anno, per l’organico che vanta, può legittimamente aspirare alla cadetteria. Più che un augurio, la mia è una profezia’’. 

Sezione: Focus / Data: Gio 13 dicembre 2012 alle 15:00
Autore: Angelo De Rogatis
vedi letture
Print