Il mister biancoverde, Massimo Rastelli, si è concesso e raccontato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, dove ha parlato a tutto tondo della sua vita calcistica. Il tecnico di Torre Annunziata è tornato indietro nel tempo sin dal suo esordio in Interregionale con la maglia del Solofra, ben 25 anni fa. Strano segno del destino, visto che l'inizio nel mondo del calcio lo vive proprio in Irpinia. A Solofra lo nota Improta che lo porta subito a Catanzaro, in serie B, poi Lucca e finalmente la sua Napoli nella massima serie. Proprio alla sua città gioca un brutto scherzo, battendola nella finale play-off quando addosso aveva la maglia dell'Avellino; dopo quella vittoria storica l'ambiente avellinese non avrebbe voluto privarsi di lui e gli offre la "scrivania" del ds, rifiutata per la troppa voglia di giocare ancora, ma sapeva che un giorno o l'altro ad Avellino ci sarebbe tornato. Giusto il tempo di passare come allenatore da Castellammare a Portogruaro, dove fu chiamato un giorno prima del ritiro e nonostante tutto riuscì a mettere in atto un vero e proprio capolavoro con una squadra giovanissima, sfiorando gli spareggi per la promozione. Ora che è tornato ad Avellino, ritrovando gli ex compagni Biancolino e Millesi che lui definisce "amici ed ottimi professionisti", vuole vincere il campionato per regalare a questi tifosi un'altra gioia immensa, portando con sè tutti i trucchi del mestiere che gli hanno insegnato maestri come Lippi, Bolchi, Novellino e Fascetti. D'altronde, Gomma Rastelli (così chiamato perchè non andava mai a terra), è uno che non molla mai e di soddisfazioni ancora dovrà togliersene.

Sezione: Copertina / Data: Ven 14 dicembre 2012 alle 16:20
Autore: Pellegrino Marciano
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