Si è chiusa con una sconfitta la regular season dell'Avellino, confermando Brescia campo fatale ai Lupi visto che al "Rigamonti" i biancoverdi hanno vinto solo due volte: lo scorso anno per 2-0 e ben 33 anni prima. Ma la sconfitta di ieri ha tutte le attenuanti del caso: pur affrontando una squadra ormai retrocessa e in un clima di contestazione da parte dei pochi spettatori presenti, l'Avellino è sceso in campo con le seconde linee, molti dei quali fuori forma, vedi Bavena alla prima apparizione, Pisacane non al meglio, Vergara con pochi minuti nelle gambe, Filkor e Angeli fermi da parecchio, Trotta in affanno e così via. Non a caso l'unico davvero in forma e in cerca di riscatto era Comi, autore di una doppietta e di una sorta di duello personale con la difesa avversaria, visto che si è visto annullare anche un gol e ne ha sfiorato un altro paio tra cui un'altra splendida rovesciata che avrebbe fatto il paio con il gol del momentaneo 1-1.

Una partita quindi che è difficile analizzare perché giocata con ben poche motivazioni, sia da una parte sia dall'altra: il Brescia voleva solo salutare nel migliore dei modi la serie B (salvo ripescaggio), l'Avellino migliorare lo score dello scorso anno ma senza sprecare energie in vista di martedì. Ne è scaturita poco più di una partitella, una sfida atipica per i toni e l'agonismo messo in campo, con il pubblico quasi freddo ai gol concentrato più nelle contestazioni da una parte e nel sostegno vocale dall'altro che a quanto accadeva in campo. Anzi il pubblico di casa ha salutato con i fischi ogni segnatura delle Rondinelle ed applausi i gol dell'Avellino.

Volendo scendere più nel dettaglio tattico, si potrebbe dire che la difesa è stata un po' troppo permissiva nei confronti degli attacchi delle Rondinelle, una vera autostrada quella lasciata sull'out di destra non solo in occasione dell'1-0 ma anche di successivi pericoli. Vero è anche che ad ogni affondo l'Avellino ha rischiato di passare o ha trovato il gol: alla fine si annoteranno 2 tiri in porta e due gol per i Lupi (e 5 fuori). Grande turn over anche nel corso della gara, quando Rastelli ha risparmiato Pisacane, Trotta e Filkor per passare dal 3-5-2 iniziale all'annunciato 4-3-1-2.

Insomma davvero poco da dire per una squadra con la testa già ai playoff: ecco se un appunto si può fare è che se questa partita doveva servire da allenamento in vista degli spareggi, ha mostrato cosa non va fatto. Non va lasciato tutto quello spazio in difesa, non va lasciato il poco filtro a centrocampo e non va giocata con tale sufficienza. Ma ripetiamo, la partita di ieri aveva tutte le attenuanti del caso, anche se sarebbe stato bello legittimiare il posizionamento playoff staccando il Livorno e non superandolo solo in virtù dell'impresa del "Picchi". La trasferta di Brescia è sembrata più un "fastidio" da superare al più presto, in qualunque modo, per pensare solo ai playoff.

Forse era davvero così, forse è giusto così, visto che tra tre giorni si farà sul serio e servirà tutto un altro Avellino: servirà una squadra affamata, convinta delle proprie capacità, che vada a sbancare La Spezia perché solo così si potrà continuare a sognare e prolungare un campionato che di emozioni ne ha regalate tante. Comunque vada a finire, infatti, l'Avellino ci sta regalando sensazioni impensabili fino a pochi anni fa e sopite nei decenni, e sarà comunque un campionato da ricordare.

Sezione: Copertina / Data: Sab 23 maggio 2015 alle 08:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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