E ora serviranno gli attributi per rialzarsi dopo la figuraccia di ieri. Perché di figuraccia di tratta. Non è una semplice sconfitta, non può esserlo, perché quella contro la Salernitana non è una partita come le altre e, quindi, perdere in questo modo fa male il doppio. Lo hanno capito i calciatori che, a fine partita, hanno provato ad avvicinarsi ai tifosi, prima di essere scacciati via, giustamente aggiungiamo noi. Non si scherza con i sentimenti.

L’harakiri di ieri può scombussolare i piani dell’Avellino, far abbassare l’asticella degli obiettivi, riportare sulla terra una squadra che ha dimostrato di aver già smarrito il suo carattere, nonostante due settimane fa avesse superato in rimonta l’Empoli. Cosa è accaduto ieri sul 2-0? E chi lo sa. Fatto sta che l’Avellino si è schiacciato in difesa, lasciando allo stesso tempo spazi e praterie al suo avversario, più arrembante, sicuramente più grintoso. Bravo Bollini, che sul 2-2 ha continuato ad attaccare, meritando la vittoria.

Male, molto male Novellino. Cambi sballati, scelte funeste, risultato scadente: terribile. Nel post-gara il tecnico si è assunto tutte le responsabilità del caso, ha difeso i suoi uomini e anche le idee avute sul 2-0, quando magari sarebbe bastato inserire un difensore in più e, poi, creare apprensioni alla difesa granata mandando in campo Bidaoui per Molina, la cui gestione della condizione fisica rivela ulteriori punti interrogativi: l’esterno è stanco, meriterebbe di sedere in panchina per rifiatare. E invece gli innesti di Lasik, poco utilizzato finora, perché farlo proprio ieri (???) e di Paghera – altro elemento che ha visto poco il campo e che non ha mai convinto – hanno consentito alla Salernitana di affondare il colpo sugli esterni, sospinta dalle qualità di Ricci e di Rosina, dall’imprevedibilità di Sprocati e dalla forza fisica di Minala (da dimenticare il suo post-gara) e Rodriguez.

E così l’Avellino si è ritrovato dal volare al primo posto in classifica, allo schiantarsi al suolo senza paracadute. Si apre oggi la settimana più difficile di questo inizio di stagione, che porterà alla pericolosa trasferta sul campo del Pescara dell’ex Zeman, con sulle spalle il fardello di due ko di fila, pesantissimi. Chiedere scusa ai tifosi biancoverdi è la prima cosa da fare. Ma senza chiacchiere, più che muovere la bocca e dare fiato a pensieri già ascoltati mille volte, vanno mosse le gambe. Il cuore e la testa faranno il resto. Nel bene e nel male. La classifica è maledettamente corta, a due punti c’è il paradiso, poco più in basso l’inferno. Ecco, quello lasciamolo agli altri.

Sezione: Copertina / Data: Lun 16 ottobre 2017 alle 08:00
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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