Claudio Foscarini è intervenuto durante la trasmissione 0825 in onda su OttoChannel (canale 696 del digitale terrestre) trattando diversi temi interessanti, a partire proprio dai primi mesi vissuti in Irpinia: "A volte l’approccio è quello giusto, perché percepisci la giusta tensione e la giusta concentrazione da parte dei ragazzi, ma in alcuni momenti c’è tensione e bisogna essere bravi a trasformarla in una carica positiva. I calciatori sentono la maglia e non si può dire non ci sia buona volontà, rivedendo le immagini delle partite precedenti posso dirvi che mi sembra una vita che sono qui: un mese intensissimo, con otto gare e tante situazioni che mi hanno spinto a legarmi a questa piazza. Speriamo di chiudere venerdì prossimo il discorso salvezza per essere tutti davvero più tranquilli”.
Guai a pensare che l'Avellino sia già salvo...
“Abbiamo fatto il 50%, c’è il resto del percorso da completare e la partita successiva è sempre quella più importante. Dobbiamo dimenticare quello che abbiamo fatto contro lo Spezia, fare risultato pieno a Terni è determinante e sottolineo che a me interessano solo i tre punti. I calcoli che sento in giro non mi interessano, se non dovessimo vincere ridimensioneremmo quanto fatto contro lo Spezia”.
Le farà piacere sapere che stanno arrivando tanti messaggi di elogio da parte della tifoseria...
“Quando si tocca il lato umano oltre che professionale fa piacere. Qualche giorno fa ho incontrato un tifoso, mi ha chiesto di salvare l’Avellino perché sarebbe un riconoscimento importante non solo per la piazza, ma anche per me. Anche se non mi conoscono ancora bene come persona, posso dire che questa tifoseria mi ha inquadrato bene e queste manifestazioni d’affetto restano a vita a prescindere dal discorso sportivo”.
Come mai Morosini non sta trovando molto spazio?
“Morosini è reduce da un infortunio ed ha avuto delle difficoltà a trovare una buona condizione. Collocarlo non è un problema, quello che conta è la condizione fisica: da trequartista può far bene, ma la qualità gli permette di adattarsi anche sull’esterno. Quando, però, non sei al top bisogna gestire tutto con grande oculatezza. Lo osservo con attenzione come faccio con tutti i giocatori della rosa”.
Come si convive con questa perenne emergenza infortuni?
“L’ultimo in ordine di tempo è stato Cabezas. E’ rientrato ieri, ma spesso si imbatte in alcune ricadute che non gli permettono di allenarsi bene. Quello degli infortuni è un problema che esiste e che ha condizionato alcune scelte, abbiamo avuto parecchie defezioni e questa situazione ha tormentato anche la gestione precedente. Si fa fatica a costruire una squadra quando ci sono poche variabili, è dura per un allenatore dover sempre fare le sostituzioni in modo forzato e non per modificare assetto tattico. E’ come se ci fossimo abituati a questa problematica, ma colgo l’occasione per sottolineare la disponibilità di questi ragazzi che non fanno mai rimpiangere gli assenti. Non devono esistere alibi, è molto facile crearsi delle scusanti e questo a me non interessa”.
Può dipendere dal sintetico?
“La prevenzione va fatta e aiuta a non incappare in troppi problemi muscolari. Il sintetico non è appropriato per quei calciatori che sono reduci da infortuni, ma non è una componente determinante a mio avviso: alla lunga dovrebbe esserci un adattamento a questo tipo di terreno. Non penso che sia stata la motivazione principale, magari qualcuno che è stato operato al crociato o al menisco può soffrirlo di più”.
Come sta vivendo la sua esperienza ad Avellino?
“Sono felice di questi complimenti che sto ricevendo, speriamo di regalare a tutti questa gioia venerdì sera. Non ho mai allenato in un ambiente così caldo, Livorno ha una curva simile ma non a questi livelli. Come ho detto prima le manifestazioni d’affetto fanno piacere perché vanno oltre l’aspetto calcistico, ma toccano anche il lato umano. E' una curva da serie A, ci sta trascinando e sono convinto che anche a Terni saranno in tantissimi a darci energia”.
Castaldo sempre più determinante...
“L’ho sempre rispettato molto come avversario, lo “odiavo” perché era tenace e trascinava tutti. Il classico giocatore fastidioso, adesso che ce l’ho sono contento; il gol di venerdì sera è stato di ottima fattura, nove volte su dieci un attaccante a questi livelli calcia di prima, mentre lui ha avuto quest’intuizione di fintare e calciare di destro. Un genio, un calciatore che poteva ambire anche alla categoria superiore: in un momento così difficile della partita ha dimostrato di non essere un giocatore normale. E’ un ragazzo entrato nel cuore della gente, apprezzato in tutti i posti d’Italia”.
Come mai Wilmots titolare dopo tante partite di panchina?
“Non dobbiamo perdere di vista le prime partite in cui Di Tacchio e Di Risio avevano rappresentato una coppia mediana eccezionale, quando si sono fatti male ho cercato le alternative e quindi inizialmente ho preferito puntare sull’esperienza. Ho analizzato però le gare di Wilmots e ho visto che è un ragazzo che poteva darci una grossa mano”.
Come si prepara la trasferta di Terni?
“Quando preparo una partita non ho un piano strategico sulla tecnica o sulla tattica, la mia priorità è capire chi ho a disposizione e sarà un concetto che dovrò avere ben chiaro prima di venerdì. Le due punte? Ho letto qualche critica in merito, vorrei sottolineare che ho sempre giocato in carriera con più attaccanti perché ci devono essere tanti riferimenti in fase offensiva. Questo avverrà se posso sostenerle, se il centrocampo è in difficoltà devo essere pratico e non bello ed inserire un mediano in più”.
Ternana da non sottovalutare, è d'accordo?
“Una squadra retrocessa non vuole chiudere con una sconfitta casalinga, sarà una gara molto complicata e non dobbiamo sottovalutare l’avversario. Toccherà a noi interpretarla nella maniera giusta. E' un campionato particolare, anche Pescara e Brescia che sembravano tranquille ora sono state risucchiate e rischiano qualcosa. Squadre che non hanno interesse di classifica a volte sperperano punti a chi è pericolante, le ultime giornate sono sempre molto particolari e tutto può succedere. Venerdì per fortuna tutte le gare mettono in palio qualcosa di importante e saranno 90 minuti veri, intensi, imprevedibili. Devo essere onesto: lo Spezia non aveva nulla da chiedere al campionato, ma ha onorato la maglia giocando con tanta tenacia, forse anche troppa. E’ giusto così, però”.
Quali caratteristiche deve avere la squadra ideale secondo Foscarini?
“In serie B ci vogliono fisicità e tecnica, a me piacciono molto i giocatori di qualità e che sanno gestire il pallone. Se devo scegliere tra uno fisico e uno tecnico non ho dubbi. Sono una persona molto esigente, chiedo sempre ai miei collaboratori di preparare al meglio la squadra lavorando su ogni singolo giocatore”.
Quale sarà il suo futuro?
“Ho voluto fortemente Avellino e non ho messo clausole particolari riguardo ad un’eventuale salvezza. Mi sembrava giusto che io e la società ci sentissimo liberi di scegliere a fine stagione. A Cittadella sono rimasto per 10 anni firmando sempre contratti annuali. Voglio sentirmi libero, farmi conoscere come persona e conoscere bene chi lavora con me”.
Autore: Ugo De Mattia
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