Quando il suono del fischietto del signor Martinelli ha chiuso la sfida del Guido Biondi, per Angelo D'Angelo il triplice fischio finale ha assunto la stessa validità dello start per i velocisti, al momento della partenza della gara dei 100 metri alle Olimpiadi. Il capitano biancoverde è scattato, dirigendosi spedito verso il settore ospiti dove erano assiepati circa cinquecento tifosi irpini. Una corsa folle, nonostante i tanti chilometri macinati in campo, a mordere le caviglie degli avversari con una costanza incredibile. Jidayi si è voltato e lo ha seguito con lo sguardo, Nica, invece, ha provato a frenarlo senza riuscirci. La voglia di festeggiare con i suoi tifosi una vittoria fondamentale e il quasi raggiungimento della salvezza ha fatto il resto.

Angelo D'Angelo il biancoverde ha deciso di cucirselo addosso, sulla pelle, come una seconda maglia, nel dicembre del 2009. Nell'anno più complicato della storia dell'Avellino, quello della rinascita. Del nuovo inizio tra i campi di periferia. Della Serie D e del "puntododici". Quasi sette anni di cammino fianco a fianco, sette stagioni consecutive ricche di successi e soddisfazioni. L'allora direttore sportivo dei lupi, Nicola Dionisio lo prelevò dalla Turris per rinforzare un centrocampo orfano di Antonio De  Rosa e Ivan Tisci, profili di qualità che avevano fatto poco e male.

Ventiquattro anni e una carriera sviluppata in Serie D, prima dell'arrivo in una piazza che gli ha voluto bene fin da subito. Lui cilentano doc, ma irpino d'adozione. D'Angelo è l'ultimo superstite di quel campionato. Dei "Ragazzi del Puntododici" è l'unico ad aver calcato palcoscenici importanti, dalla Serie B allo Juventus Stadium.

C'è chi ha smesso di giocare per intraprendere la carriera di allenatore, come Stefano De Angelis, ora vice di Roselli al Cosenza. Simone Puleo, capitano di quell'Avellino, ha chiuso la carriera nell'Acireale e ha ottenuto il patentino di direttore sportivo. Carriera dirigenziale anche per Ivan Tisci, mentre Cristian Biancone si è dato anche al beach soccer, accettando nel 2014 la proposta del Soverato. Gaetano Romano ha continuato a far gol fino a due stagioni fa alle soglie dei quarant'anni, mentre il compagno di reparto Rosario Majella il sacco lo gonfia ancora e due setitmane fa ha conquistato la promozione in Serie D con il Città di Nocera.

Filippo Viscido non ha mai tagliato il cordone ombelicale con la città di Avellino, nonostante i chilometri che lo separano dall'Irpinia. Gioca nella Palmese, in Serie D. Matteo Patti è al Catanzaro, in Lega Pro; Antonio Meola, dopo il trasferimento in Serie B al Livorno, si è trasferito al Matera, mentre Andrea Giordani e Matteo Apuzzo, che si alternarono tra i pali, giocano rispettivamente al Pomezia e alla Turris. Non hanno avuto la carriera che probabilmente avrebbero meritato, Ferdinando Rega e Antonio D'Isanto. Corsa e tecnica, ma poche occasioni per mettersi in mostra in categorie importanti. Rega milita nel Francavilla, in Eccellenza. D'Isanto, dopo gli interessamenti di Sorrento e Ternana, non ha dato seguito al buon inizio, accontentandosi di esperienze in Serie D.

Sezione: Copertina / Data: Dom 01 maggio 2016 alle 12:30
Autore: Carmine Roca
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