Walter Novellino si è raccontato alla Gazzetta dello Sport, partendo dal soprannome Monzon: “Eravamo appena tornati dal Brasile e mi diedero questo nome. Mi tornano in mente le medie dove imparavo solo allora a parlare italiano, e quelle partite tra compagni che non finivano più. C’era pure Gigi Marzullo. Com’era? Scarso…". Un irpino alla guida dell'Avellino: "Mi trovo bene, ma con emozioni amplificate e un entusiasmo che cerchi di trasmettere a tutti. Ringrazio sinceramente chi mi ha portato qui. Potevo andare in Romania, in Polonia, in Inghilterra… ma non poteva esserci scelta migliore di questa".

E sulla possibile promozione: “Ricordo tutte le promozioni con piacere, e in ogni piazza c'è stato un animale a volermi bene Samp esclusa: il leona a Venezia, la Lupa a Piacenza, il ciuccio a Napoli. Ecco manca il lupo. Servono continuità, pazienza, una società forte, non farsi abbagliare dalle illusioni. Abbiamo un percorso: arriviamo a 50 punti e poi vediamo. Uso la metafora dell’alpinista: per scalare la montagna deve conoscerla, fare le mosse giuste, sapere dove può andare e dove no”.

Sulle favorite: "Il paracadute crea enormi disparità, l'Empoli ha Caputo che vale 2,5 milioni, che altri avrebbe potuto. Poi c'è il Palermo di Zamparini. E poi il gruppo che sgomita, dove c'è anche l'Avellino. Contro l'Empoli eravamo sotto di due gol sporchi, è salita la voglia di farcela, di rimontare, spunti da un pubblico fantastico. Ti senti come in sella alla Yamaha di Valentino Rossi, non hai paura di accelerare. 

Questo Avellino mi somiglia, sì, e se non ci avessero annullato un gol a Cremona e non avessimo sbaglaito un rigore, potevamo essere ancora piu' su. I recenti screzi con il presidente? Sono un uomo di calcio, so che il presidente paga e a volte pretende, parla da tifoso. Ma deve capire che non sempre si può dare il 110%". 

Si parla degli attaccanti: "Castaldo non ha voluto far la A per scelta. Ardemagni era con me a Modena, è voluto tornare all'Atalanta poi non ha avuto spazio. Ha bisogno di continuità. Abbiamo una buona difesa, rapida e solida, abbiamo preso gol solo su errori individuali non di reparto. La legge del Partenio? Da giocatore non ci ho mai vinto, da allenatore sì, con il Perugia 3-0. Ma la gara che ricordo di piu' da avversario è quella con il Gualdo del 1995, playoff di serie C: mille tifosi del Gualdo e quindicimila da Avellino. Vorrei far vedere quel video ai miei ragazzi...".

Sezione: Copertina / Data: Gio 05 ottobre 2017 alle 12:14
Autore: Antonio Tedeschi
vedi letture
Print