Si è concluso l'atteso incontro tra la tifoseria biancoverde e il presidente dell'U.S. Avellino Walter Taccone. Di seguito le domande e le risposte più importanti rivolte e affermate dal patron dei lupi.

Perché ha nascosto la trattativa con Angelo Ferullo?

"Siamo andati dal notaio per firmare un atto preliminare, subordinato ad alcune situazioni legate a Ferullo, su tutte la figura di amministratore unico. E’ stato un atto interlocutorio legato all’accettazione della carica di amministratore da parte di Ferullo, che ha declinato l’invito quando ha letto notizie poco belle sui giornali. E’ rimasto come socio, ma senza ricoprire la carica di amministratore unico. Quindi mi sembrava inutile fare una dichiarazione preliminare quando c’era il rischio che questo non si concretizzasse. Ferullo ha il 15% delle quote dell’U.S. Avellino".

Come seleziona i suoi soci, considerato che Ferullo è pluriprotestato e a noi non sembra dare garanzie?

"Ferullo ha portato sponsorizzazioni (500 mila euro la scorsa stagione, 300 quest’anno), per fare in modo che l’Avellino possa investire nel corso della stagione. Non conoscete Ferullo, valutatelo in maniera diversa. Ha ricevuto quattro protesti nel 2012, di assegni per un totale di 35000 euro circa e ha vinto la causa. Michele Gubitosa è entrato nell’Avellino nello stesso modo, con sponsorizzazioni prendendosi il 10% delle quote. Anche stavolta ho fatto in modo che i soldi entrassero nelle casse della società e non nelle mie tasche. Non ho mai chiesto milioni di euro per fare entrare nuovi soci. Finiamola di dire bugie. Nel calcio si fa spesso così, nel modo in cui ho operato io. Ho sempre ripetuto che sarei rimasto nell’Avellino anche con quote minoritarie".

Lei ha detto che c’erano quattro cordate interessate, Ferullo era il più serio di tutti e perché ha scelto proprio lui?

"Le cordate interessate volevano prendere l’Avellino in toto, ma io non voglio farmi da parte definitivamente. Per questo ho scelto Ferullo, perché sarebbe entrato piano piano in società con quote minoritarie. Io non voglio cedere il passo ad altri imprenditori. Contestate una società che ha fatto entrare un socio di minoranza, per far compiere alla società un salto di qualità sul mercato: non ha senso. Non abbiamo preoccupazioni dal punto di vista economico, quindi non capisco le vostre preoccupazioni"

Dopo un incontro tra il direttore generale e Michele Gubitosa, il signor Gubitosa ha dichiarato che l’Avellino ha oltre 10 milioni di euro di debiti. Come stanno davvero i fatti? Potete continuare a gestire la società?

"I numeri che sono a bilancio riguardano la situazione patrimoniale attiva e passiva della società. Non i debiti.  Smentisco categoricamente che i debiti sono quelli dichiarati da Gubitosa. I debiti sono 7,2 milioni di euro che comprendono quelli già stabiliti in questa stagione. Non abbiamo un euro di debito nei confronti della Covisoc o della Lega, quindi siamo una società modello. In Serie B ci sono almeno sei squadre che hanno avuto punti di penalizzazione in epoche recenti. Gubitosa ha poca conoscenza del mondo del calcio, valutasse le sue aziende. Io dopo nove anni da presidente sono in condizione di parlare di calcio e sono sereno.  Fino a quando ci sarò io l’Avellino non avrà mai problemi, a costo di vendermi proprietà personali. E ne ho tante, qualcuno lo sa bene. Personalmente ho investito 1 milione e mezzo ogni anno. In Serie D ho investito 1,2 milioni di euro per pagare stipendi di 25000 euro ai calciatori. Sono dovuto intervenire, per evitare di buttare soldi".

La Curva Sud non tira la volata a nessuno, vogliamo chiarezza e trasparenza. A Salerno continuano a sfotterci con striscioni antisportivi e anche sui led dello stadio Arechi. Lei presidente aveva il dovere di agire, anziché rimanere impassibile.

"Abbiamo già fatto un esposto alla Salernitana. Ieri in Assemblea ho parlato direttamente con Lotito. La sua risposta non mi ha convinto, mi ha detto che la società Salernitana non gestisce i led, ma è gestita da una società dalla quale ha ricevuto un milione di euro. A Lotito, in Assemblea, l’unico che lo contrasta sono io. Il calcio è un gioco, non è una guerra. E ci stimano per questo, perché tifiamo con correttezza dappertutto. Le mie dichiarazioni su Salerno prima del derby? Ho placato gli animi, vi chiedo scusa, ma non era un discorso pro-Salerno, non me ne frega nulla di Salerno e della Salernitana. Per ciò che concerne quanto accaduto contro la Salernitana, c’è un’indagine della Questura in corso. Poi, non posso personalmente verificare cosa accade ai cancelli. Io subisco questo fenomeno, perché entrano duemila persone a sbafo e perdo 30 mila euro a partita. Sono arrabbiato, quanto voi".

Poi ancora su un'ipotetica vendita della società: "Viene da me il miliardario di turno, mi dà un euro e mi defilo. Questo signore si accorge che ci vogliono un paio di milioni di euro al primo anno e li caccia, il secondo anno pure, già al terzo non lo farà più. Io merito rispetto, non sono mai retrocesso in vita mia, abbiate rispetto anche dei risultati. Non ho mai fatto il saliscendi tra una categoria e un’altra. Finché resto io voi tifosi potete ambire alla Serie B e anche a qualcosa di meglio. Ho portato quindici calciatori in Serie A e uno gioca anche all’estero. La sconfitta con la Salernitana è uno smacco enorme, ma che c’entro io con i calciatori che scendono in campo o con l’allenatore? Dovevate contestare loro. Quando si vince sono bravi tutti, quando si perde lo stronzo è Taccone".

Presidente a gennaio c’è la volontà di far fare il salto di qualità all’Avellino?

"Sono un uomo del fare, non del dire. Abbiamo un calciatore come Morosini che si è infortunato, Gavazzi ce lo hanno chiesto in tanti e non gioca. Per andare in Serie A non è necessario comprare calciatori. Ci sono squadre in Serie B che sono piene di calciatori in prestito. Non abbiamo necessità di buttare milioni al vento per comprare cartellini. Ma non possiamo fare polemiche, perché altrimenti i calciatori non vengono ad Avellino. Uniamoci insieme e remiamo verso un unico obiettivo. Non dovete tifare me, potete anche farmi le pernacchie. Ma tifate Avellino, anche senza venire allo stadio. Restiamo compatti. Le squadre non si fanno con i soldi, l’esempio l’abbiamo a pochi chilometri di distanza. Programmazione? Abbiamo 15 calciatori di proprietà su 27. Confermare i calciatori in prestito non è responsabilità mia, dipende dalle altre società. Non abbiamo mai smantellato la squadra".

Come ha intenzione di gestire la situazione legata alla Primavera?

"La rifondazione del settore giovanile è iniziata l’anno scorso. La nostra Under 15 è seconda in classifica e tre calciatori sono in Nazionale Under 15. L’Under 16 naviga nelle prime posizioni, l’Under 17 un po’ meno, la Primavera è l’unica che va male, perché è rifondata ogni anno. Le altre società hanno a disposizione convitti, campi di calcio, strutture messe a disposizioni dai Comuni. Il nuovo allenatore della Primavera sta tirando fuori buoni calciatori, tre di loro si allenano in prima squadra. Porteremo la Primavera a fare allenamento al Partenio-Lombardi dopo la prima squadra, in modo tale che i preparatori della prima squadra possano seguire i ragazzi. Il settore giovanile è a carico della società, paghiamo 300 mila euro all’anno".

Infine il presidente Taccone ha avanzato una proposta alla tifoseria: "Siccome ci sono perplessità sul mio operato, perché i tifosi non comprano delle aliquote dell’Avellino, in modo tale che uno di voi possa entrare nel consiglio di amministrazione con noi, per verificare i conti. Facciamo qualcosa di concreto per la città. Pensate al mio invito, noi siamo a disposizione".

Sezione: Copertina / Data: Ven 24 novembre 2017 alle 18:58
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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