E' stata presa la decisione piu' ovvia. In questi casi, si sa, a pagare è sempre l'allenatore, ma nel calcio le responsabilità non sono mai di una sola persona quando i risultati non arrivano. Si suol dire che è piu' facile cambiare un allenatore che un'intera squadra, ma a volte cambiare guida tecnica ha anche un effetto rigenerante. Sulla mente dei calciatori, chiamati a dare una svolta, ma talvolta anche sul gioco, con l'utilizzo di un sistema che magari riesce a far rendere un gruppo meglio di come faceva il predecessore. Talvolta il cambio di allenatore non ha alcun effetto sulla squadra, certo, ma la cartina da tornasole della bontà della scelta della dirigenza è proprio nella reazione che la squadra ha al cambio di tecnico.

Nel giro di un anno la popolarità di Novellino sulla piazza irpina è passata dai livelli di venerazione verso un allenatore accolto come il salvatore della patria capace di correggere i danni creati da Toscano e che, fosse arrivato a inizio stagione, avrebbe potuto lottare per traguardi ben piu' importanti; ai minimi storici, fino a chiederne l'esonero già dopo il secondo derby perso. Con il passare dei mesi è maturata sempre piu' nella piazza la convinzione che questo allenatore non fosse quello giusto per questo gruppo: troppe partite perse in rimonta, troppi gol subiti, e ultimamente troppi pochi tiri verso la porta avversaria. Poco chiare alcune scelte tecniche e la volontà di puntare su alcuni calciatori che poi non hanno reso come ci si aspettava, compresa la partita con il Bari. Una scossa era necessaria, lo ha capito anche Taccone che ha cercato di rimandare il piu' possibile la decisione estrema, anche se come si diceva in apertura, le responsabilità vanno sempre condivise tra tutti e i calciatori non sono immuni dal momentaccio che la squadra sta attraversando.

Ha rivitalizzato la squadra lo scorso anno facendo un lavoro straordinario che nessuno gli toglierà mai, ma ha anche peccato un po' di presunzione quest'anno, continuando ad andare avanti per la propria idea, trincerandosi dietro la storia che parla di campionati vinti in B e salvezze in A, magari non vedendo che nel presente la sua squadra arrancava in campo; ma nonostante ciò continuava a dirsi fiducioso nel centrare l'obiettivo, che fino a qualche settimana fa erano addirittura i playoff, ora la salvezza. Che però si stava allontanando a grandi passi, e allora giusto cambiare.

A Foscarini, al quale va il nostro piu' grande 'in bocca al lupo', la patata bollente: prendere un gruppo da riconsolidare, inculargli una rinnovata fiducia e trovare l'equilibrio giusto per tornare a far punti: ne mancano 14 per la potenziale quota salvezza, non un'impresa impossibile in 9 giornate, ma occorre ricominciare a marciare da subito, fin dal posticipo di lunedì contro il Perugia. La salvezza è il bene piu' prezioso da preservare in questo momento, a giugno sarà il tempo di tirare le somme e ricostruire una squadra perché possa navigare in acque piu' tranquille in futuro. Magari con una nuova dirigenza alle spalle.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 03 aprile 2018 alle 16:04
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
vedi letture
Print