Era da tutti stata battezzata come la partita da ultima spiaggia, e forse sarà così. La trasferta di Modena avrebbe dovuto dare il responso finale sulle velleità playoff dell'Avellino, e la sconfitta probabilmente metterà fine ai sogni di gloria biancoverdi. Matematicamente tutto è ancora apertissimo con i Lupi distanti due punti dalla coppia Lanciano-Spezia a quota 58, ma per sperare di rientrare per il rotto della cuffia dovranno obbligatoriamente vincere le prossime due partite, contro Reggina e Padova (sulla carta abbordabilissime) e sperare in risultati favorevoli sugli altri campi. Sarebbe forse bastato anche un punto per rendere la vita più facile, o prestare maggiore attenzione (e un arbitro più equo) contro il Trapani per commentare ora un'altra classifica, ma il calcio non si fa con i "se" e con i "ma". Il campo ha emesso il suo verdetto che per ora vede l'Avellino fuori dai playoff. Anzi, se non si riuscisse a battere la Reggina sabato prossimo la stagione potrebbe già essere virtualmente conclusa.

L'Avellino si trova quindi nella condizione di dover fare "all-in" nelle prossime due gare, per usare un termine pokeristico, con un orecchio agli altri campi. La gara di Modena ci ha restituito ad ogni modo un Avellino leggermente sottotono rispetto alle ultime partite, ma è anche vero che gli ultimi due incontri casalinghi hanno richiesto uno sforzo fisico enorme, basti vedere la quantità di gioco prodotta, e a Modena il calo alla distanza è stato evidente. Resta il rammarico per un gol subito esattamente come quattro giorni da a tempo scaduto dal Trapani, a porta vuota dopo una traversa, ma di fatto l'Avellino non è stato neanche in grado di imbastire una reazione realmente pericolosa, nonostante i quattro attaccanti contemporaneamente in campo.

Rammarico, certo, per una classifica che si complica proprio alle ultime giornate, ma proviamo a guardare l'altro lato della medaglia. L'Avellino è salvo da almeno un mese, è ancora in corsa per un sogno, l'anno prossimo continuerà ad entusiasmare i suoi tifosi in serie cadetta nella peggiore delle ipotesi, e si è comunque complicato la vita da solo. Diciamo la verità: il rammarico ce lo portiamo dietro da febbraio, quando per i biancoverdi è iniziato un altro campionato. Le speranze playoff sono frutto di un girone d'andata fantastico ma le stagioni si valutano nell'arco di un intero anno, e di fatto nel girone di ritorno l'Avellino ha tenuto un cammino da retrocessione con soli 19 punti raccolti finora. C'è da mangiarsi le mani per quanto fatto in tutto il girone di ritorno quindi, non nelle ultime giornate. Gli errori arbitrali avranno sicuramente peggiorato la situazione, ma di fatto qualcosa in più da febbraio in più andava fatto. L'Avellino è tornata una squadra "normale", potrà giocarsi le sue carte nelle ultime due giornate, ma comunque vada siamo sicuri che al calare del sipario riceverà l'applauso di tutta la sua gente per le emozioni che ha saputo regalarci quest'anno.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 17 maggio 2014 alle 17:20
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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