D'accordo, il fattore campo funziona a meraviglia. Terza vittoria casalinga di fila per l'Avellino che ha superato la Ternana confermando il buon momento tra le mura amiche. Biancoverdi arrembanti, pericolosi, propositivi. L'esatto contrario di quanto visto a Novara, appena tre giorni fa. Eppure, otto undicesimi visti in campo contro le fere di Benito Carbone erano gli stesi che si erano arresi al Piola.

Qual è il vero Avellino? Quello impegnato in casa piace e convince, quello in formato trasferta fa arrabbiare, e non poco. La dirigenza biancoverde - beccata dalla Sud a inizio partita con cori e striscioni esposti in curva - pare tentata a chiedere alla Lega di giocare sempre in Irpinia.

La truppa di Toscano, ormai stabilizzatosi sul 4-3-3 che consente alla difesa (una rete incassata in tre giornata) e all'attacco di trarre i giusti benefici, ha gioito per i rientri di Castaldo e Verde, ancora lontani dalla forma migliore e per una panchina qualitativamente più importante. Manovra più fluida del recente passato, manca ancora quel pizzico di cinismo che consente di chiudere prima le partite senza soffrire in attesa del triplice fischio.

Se proprio bisogna trovare il pelo dell'uovo e muovere una critica al tecnico, non ha convinto ancora una volta la gestione dei cambi. Non tanto i primi due, con l'ingresso di Belloni e Omeonga che hanno portato una ventata di freschezza in un momento importante della partita, quanto all'ultima scelta. Crecco era evidentemente in difficoltà, vittima dei crampi. Inserire Donkor per Soumaré, a due minuti dalla fine, è sembrata una scelta rivedibile. Poco male, la vittoria è arrivata comunque. Bella e decisiva come non mai. Avellino di nuovo fuori dalla zona rossa, ma ora occorre far punti in trasferta.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 25 ottobre 2016 alle 23:07
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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