Tanto tuonò finchè piovve. Una corsa con un epilogo già scritto, almeno da qualche tempo a questa parte, di un uomo che ad Avellino non era mai riuscito ad entrare nei cuori della gente. Non dal punto di vista umano, per carità, su quello non si discute. Ma dal punto di vista calcistico. Perchè Avellino è così. O ti ama, oppure meglio lasciar perdere. E mister Toscano lo vogliamo comunque ringraziare per l'impegno profuso, perchè siamo sicuri che ci ha provato fino all'ultimo secondo, anche nel letto di un ospedale. Ha sofferto, gioito, imprecato. Tutto per i suoi giocatori, e certamente per la sua carriera. Non ci è riuscito, ma questo non vuol dire nulla. Tanti matrimoni vanno in fumo, soprattutto oggi. E allora meglio voltare pagina. Si chiude una porta e si apre un portone. Per Toscano e per l'Avellino. Arrivederci e grazie, tante belle cose. Quasi come due fidanzati che si lasciano, senza rancore, perchè hanno capito che qualcosa non ha funzionato. Quindi inutile tirarsi dietro le sedie. Non avrebbe senso.
Per l'Avellino si apre un nuovo scenario. Un appuntamento col destino. Walter Novellino era, ne sono convinto, nel destino dei biancoverdi. Quasi una sensazione la mia, vuoi perchè nelle vene ha il sangue irpino, vuoi perchè a questo punto era forse l'unico candidato vero e affidabile da far sedere sulla panchina per salvare la squadra. Che Walter Alfredo Amato Lenin sia di Montemarano sembra una motivazione troppo banale. Ma intanto qualcosa di magico, di speciale, in questo incontro c'è. E' arrivato in punta di piedi, nonostante il suo curriculum da professionista che potrebbe guardare dall'alto verso il basso molti dei suoi colleghi. Ha provato a far scoccare la scintilla sin da subito con i suoi tifosi, con la sua gente. Con umiltà, con grande "tenerezza", chiedendo ai giornalisti di potergli dare del tu. Non ha voluto l'opzione per il rinnovo contrattuale. Volendoselo guadagnare. E poi ha messo le scarpette da ginnastica, non quelle da calcio, ha indossato la tuta, il giaccone e i guanti, perchè in queste ore Avellino sembra la Siberia. Ed è sceso in campo Walter da Montemarano. Ha raccolto gli applausi e forse si sarà anche emozionato, questo non lo sappiamo.

Ma questa è una storia che se guardata da un punto di vista particolare può fare effetto, un bell'effetto. Trasmetterà ai giocatori il valore di essere del Sud, di indossare questa maglia e guardandolo negli occhi potranno finalmente venire a conoscenza di cosa pensa e del fuoco che ha dentro il tifoso dell'Avellino. Con uno staff quasi tutto irpino, che potrà unire ancora di più il gruppo biancoverde. Questa è stata la scelta della società, del presidente Taccone, del presidente onorario Gubitosa, del dg Taccone e del ds De Vito, che sono uomini fatti di carne ed ossa come noi e che  sicuramente a sentirsi contestati ogni giorno sicuramente avranno sofferto. Perchè prima che dirigenti sono tifosi, come ognuno di noi che ha a cuore le sorti del Lupo. E allora ripartiamo da qui, da Walter Novellino, dalla pace tra dirigenza e supporters. Ripartiamo da Avellino-Ascoli. Ripartiamo dall'amore per il bianco ed il verde. Benvenuto. In bocca al Lupo mister!

Sezione: Editoriale / Data: Mar 29 novembre 2016 alle 18:38
Autore: Pellegrino Marciano / Twitter: @pellegrinom17
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