Per un attimo qualcuno deve aver pensato che la beffa potesse servirla l'Avellino al Venezia, dopo quella subita dal Cesena sette giorni fa. Quando in due minuti Asencio prima trova il pari nell'unico tiro in porta e poi sfiora il palo alla destra di Audero. Ma resteranno gli unici due minuti di pericolosità della squadra irpina, che per il resto è rimasta in balia dell'avversario per 91 minuti. Risultato finale di 3-1 che non fa una grinza, anzi sarebbe potuto essere anche più rotondo se Lezzerini non avesse fatto gli straordinari negando almeno due-tre gol quasi fatti. Un'involuzione preoccupante e inattesa soprattutto alla luce della buona prestazione, al di là del risultato, mostrata contro il Cesena. Per tutta la settimana non si è fatto che aspettare questa partita per riscattare il pareggio-beffa di sette giorni fa, le parole dei protagonisti sono state tutte volte alla grinta e alla rabbia, e invece si è visto un Avellino brutto e svogliato, mai in partita che ha avuto appunto quell'unica fiammata con Asencio ma non avrebbe meritato neanche un punto per il modo in cui ha interpretato la gara.

E stavolta non si può parlare neanche di ennesima rimonta subita perché il gol di Asencio è stato più un lampo a intermezzare le giocate e i gol dei lagunari. Non sono serviti neanche i cambi di modulo di Novellino che è passato dal 3-5-2 al 4-3-1-2 per cambiare volto alla partita, semplicemente l'Avellino non è mai sceso in campo al 'Penzo' lasciando la testa in Irpinia. E' vero che le assenze continuano a pesare e che le intenzioni di inizio stagione erano diverse con un altro organico a disposizione: senza Morosini, Castaldo, Bidaoui, Cabezas arrivato per sostituire proprio i suddetti, ecc. ci si ritrova con un'altra squadra. Ma è anche vero che gli alibi non servono soprattutto quando a mancare è la mentalità più che i singoli. "La differenza l'ha fatta la voglia di vincere" ha detto Domizzi a fine partita, il che fotografa perfettamente l'incontro.

Novellino ha visto un Avellino migliore nel secondo tempo che non avrebbe meritato di perdere, probabilmente a guardare gli episodi riusciamo anche a interpretare il pensiero del tecnico, che sull'1-1 raggiunto dopo i cambi si è visto rimontare con un gol dubbio per possibile gioco pericoloso su Lezzerini (anche se in verità Domizzi tocca la palla con la punta del piede e non il portiere) e ha preso gol solo su palla inattiva. Ma ci permettiamo di dissentire sulla sconfitta immeritata perché il Venezia ha costruito di più e ha tenuto il pallino del gioco. Come si è detto che il Cesena non ha meritato il pari sette giorni fa ad Avellino analizzando l'andamento della partita, bisogna essere onesti e ammettere che nella partita del 'Penzo' i padroni di casa hanno meritato ampiamente i tre punti.

Ora sarà anche il momento di abbandonare definitivamente ogni residua speranza di raggiungere posizioni più nobili di classifica e concentrarsi sulla lotta salvezza. Vincere a Venezia avrebbe avvicinato l'ottavo posto che ora è lontano sette punti, mentre la zona playout è a 2 punti. Ora più che mai, con questa altalena di prestazioni e la continua mancanza di concentrazione sottolineata anche tante volte da Novellino, appare pleonastico parlare ancora di possibilità playoff. E' stato fin qui un campionato sfortunato, per i tanti infortuni e per i punti persi per strada, salvarsi sarebbe già un grande traguardo per azzerare tutto a giugno e riprovarci nel sesto campionato di B di fila, che sarebbe già una grande vittoria.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 17 febbraio 2018 alle 18:30
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
vedi letture
Print