Quando una squadra sta bene ed ha raggiunto la maturità te ne accorgi anche e soprattutto nelle partite più difficili: dire che il risultato raggiunto sul campo a Cittadella rispecchi l'andamento della gara è sicuramente una bugia. L'Avellino in terra veneta ha sofferto, è andato sotto, non ha giocato sicuramente la migliore partita dell'era Novellino ed è stato spesso in balia della formazione di Venturato. Il Cittadella ha giocato meglio, ha creato più occasioni da gol, e più di una volta l'Avellino si è salvato con un po' di fortuna. Ma è altrettanto vero che questa squadra ha mostrato ancora una volta di avere gli attributi, quelli che probabilmente solo Novellino è stato capace di tirar fuori.
L'Avellino ha sofferto, ha stretto i denti, ha vacillato ma non è crollato, ha aspettato il momento giusto per colpire e lo ha fatto con fatalità, sfruttando ancora l'ottimo momento di forma di Ardemagni. Una prova di gran carattere e convinzione nei propri mezzi che ora ci permette di ribaltare completamente i giudizi su una squadra etichettata forse troppo prematuramente come "scarsa". L'Avellino al 'Tombolato' ha giocato da grande, e con l'esperienza di una grande ha saputo fare scudo sugli attacchi avversari: la velocità di Arrighini, l'imprevedibilità di Iunco, anche le giocate di Pasa hanno più volte messo a rischio la difesa biancoverde che si è salvata grazie a un Radunovic che, seppure distratto in alcune occasioni, ha poi salvato il risultato in almeno 4-5 occasioni. E come recita la più spietata legge non scritta del calcio, se non segni (Cittadella) prima o poi subisci il ritorno dell'avversario (Avellino).
Un Avellino che ha saputo capitalizzare al meglio le occasioni avute (4 tiri in porta contro i 9 dei padroni di casa) e ha trovato poi il 3-1 in contropiede con il Cittadella tutto avanti alla ricerca del nuovo vantaggio. Settimo risultato utile consecutivo per Novellino, sempre più leader di questa squadra. E pensare che dopo un primo tempo decisamente sottotono sembrava giunto il momento di interrompere la striscia positiva, mantenendo comunque una posizione tranquilla di classifica. Tutto sommato poteva anche starci. E invece Novellino ha voluto rischiare di vincerla, indovinando i cambi e portando a casa tre punti che sanno di beffa per il Cittadella, e portano in paradiso i tifosi dell'Avellino.
Ora i biancoverdi sono equidistanti dalla zona playoff e quella playout, l'obiettivo minimo resta sempre la salvezza ma la partita di Cittadella può considerarsi una sorta di spartiacque per la stagione dell'Avellino, che ora può dare nuova linfa alle proprie aspirazioni e rinnovato entusiasmo al morale, già alto. Il rischio da evitare ora è montarsi troppo la testa, già nel primo tempo di Cittadella è sembrato di vedere una squadra forse psicologicamente appagata dall'aver raggiunto una posizione di classifica più tranquilla, quasi un fisiologico momento di rilassamento dopo una incredibile rincorsa alla salvezza. Ma ci avrà pensato Novellino a ricaricare i suoi all'intervallo infondendo nei ragazzi la voglia di ribaltarla. Continuare quindi a lavorare con serenità e umiltà, pensando una partita alla volta e con lo stesso spirito che ha contraddistinto fin qui il cammino dell'Avellino. E a maggio vedremo dove ci avrà portato il "mago" Novellino.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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