Solito appuntamento con la rubrica "Da Zero a Dieci", che analizza stavolta l'amaro pari di Varese nelle principali statistiche del match.

ZERO - Il voto che diamo all'arbitro, Manganiello di Pinerolo, e ai suoi assistenti, fino al quarto uomo, Chiffi di Padova (ebbene sì, ancora lui!), autori di una direzione di gara a dir poco disastrosa. Partendo dal gol fantasma di Angiulli, passando dai cartellini dispensati in maniera "strana" (come ha sottolineato anche Rastelli in conferenza) per finire con il capolavoro dell'1-1 con carica sul portiere. Da fermare al più presto...

UNO - Resta solo una la vittoria dell'Avellino al "Franco Ossola" in sette precedenti compresa la Coppa Italia, proprio in questa competizione i Lupi espugnarono Varese nel 2011 con rete di Correa. Poi quattro pareggi con quello di ieri (o sarebbe meglio parlare di vittoria scippata) e due sconfitte.

DUE - Seconda rete di Camillo Ciano con la maglia biancoverde quest'anno, una rete di pregevole fattura arrivata su un preciso calcio di punizione e che stava legittimando la superiorità dell'Avellino sul campo; una rete valsa purtroppo un solo punto e due, per restare in tema, punti persi. Due anche i giornalisti irpini al seguito della squadra al "Franco Ossola": l'inviato di TuttoAvellino.it e il collega di Radio Punto Nuovo. Non è un tantino poco per una squadra in lotta per le prime posizioni?

TRE - Come il numero di maglia di Angiulli, che quando viene chiamato in causa non lamenta le tante panchine e sfoggia sempre una prestazione più che soddisfacente, come ieri a Varese. Sarebbe anche arrivato il primo gol in serie B se l'arbitro e l'assistente Romina Santuari avessero visto la palla varcare la linea di porta...

QUATTRO - I punti persi tra Terni e Varese, al Liberati fu il portiere Brignoli a parare di tutto negando ai Lupi la gioia del gol, e ci può stare; ieri una doppia svista della terna arbitrale, una più grave dell'altra, che ancora fanno rabbia e gridano vendetta.

CINQUE - In cinque partite del girone di ritorno, calendario alla mano, l'Avellino ha raccolto solo tre punti, frutto di altrettanti pareggi. Calcolo tuttavia meramente numerico e che non tiene conto delle sudette ingiustizie: se fossimo nella boxe, ai punti l'Avellino ora dovrebbe avere almeno quattro punti in più ed essere al terzo posto.

SEI - Con questo ulteriore passo falso i Lupi scivolano ancora più giù in classifica, al sesto posto, che si può leggere in due modi. Per come è stato condotto il girone d'andata possiamo dire che è la posizione più bassa occupata quest'anno negli ultimi mesi; guardando l'altro lato della medaglia, ritrovarsi a questo punto dopo 26 giornate era un traguardo neanche immaginabile a inizio campionato.

SETTE - Il numero di maglia di Soncin, entato a dodici minuti dalla fine e mai realmente incisivo sulla partita. In particolare spreca malamente un calcio d'angolo conquistato a due minuti dalla fine in seguito alla traversa colpita da Galabinov che dà poi il "la" al contropiede del Varese. Forse sarebbe stato meglio tenere Ciano fino alla fine o provare la carta Biancolino.

OTTO - A Togni per il modo in cui ha rincuorato Terracciano, uscito in lacrime dal campo per il modo in cui ha subito a tempo scaduto la rete dell'1-1. Un voto che sta a significare anche il grande spirito di gruppo e unione che anima questo spogliatoio, altro segreto di un Avellino che nonostante tutto continua a stupire.

NOVE - L'Avellino subisce gol da nove turni consecutivi, è dallo 0-0 di La Spezia che la porta non resta inviolata. In realtà a Varese gli uomini di Rastelli ci erano anche riusciti (zero tiri in porta fino al 94') se l'arbitro avesse visto l'evidente spinta sul portiere.

DIECI - Arriva il decimo pareggio stagionale per l'Avellino, eguagliando così il numero di vittorie. A Varese però si stava concretizzando la prima e meritata vittoria del girone di ritorno e solo gli errori arbitrali hanno fatto sì che un potenziale "11" alla casella "vittorie" e un "42" in classifica si rasformassero di botto in un semplice "40". Poco male: -10 alla salvezza.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 23 febbraio 2014 alle 16:09
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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