Un'impresa, una vera impresa. Qualcuno obietterà che stiamo parlando di serie B e di un turno preliminare dei play-off, ma quello compiuto dall'Avellino a La Spezia è un mezzo miracolo calcistico: una squadra classificatasi ottava, quindi sfavorita negli scontri diretti, in dieci uomini da fine primo tempo e raggiunto sull'1-1 nel massimo sforzo, ha trovato la forza di non arrendersi, resistere fino ai supplementari e nell'extra-time trovare il gol vittoria con un Gianmario Comi ancora una volta in grande spolvero, come aveva dimostrato già a Brescia. E difatti aveva suscitato sorpresa la sua esclusione dall'undici iniziale, ma Rastelli ha spiegato nel pre-partita che si tratta di un giocatore che dà il meglio a partita in corso. E come dargli torto?

Ecco, Rastelli: alzi la mano ora chi ancora pensa che il tecnico dell'Avellino non sia adeguato per la piazza. Magari i più critici continueranno a dire che non fa vedere gioco, si chiude e pensa solo a spezzare, ma che partita avrebbe dovuto fare l'Avellino a La Spezia? Dominare o mostrare calcio champagne in una gara da vincere a tutti i costi? La sua squadra ha cercato di offendere quando ne aveva l'occasione, è passata in vantaggio per prima, ha dovuto indietreggiare di fronte alla spinta davvero impressionante dello Spezia nel secondo tempo ma ha ritrovato l'equilibrio nel finire dei tempi regolamentari, anche perché lo Spezia si era forse accontentato del pari.

Ma il capolavoro è giunto nei minuti di recupero, forse Rastelli ha detto ai suoi di conservare le forze per l'extra-time mentre lo Spezia era "cotto" per la spinta alla ricerca del pari, forse ha volotariamente cercato i supplementari una volta preso il gol del pari per la serie "difendiamo e contropiede". Fatto sta che la partita è stata cambiata con l'ingresso in campo di Comi, guardacaso l'attaccante che lo stesso mister aveva definito decisivo a partita in corso. E guardacaso Comi regala il gol qualificazione. Rastelli incompetente e fortunato? Allora forse è meglio cambiare sport... Sulla mia casella personale sono arrivati i complimenti di persone anche non di Avellino alla squadra e al mister, e il senso era più o meno sempre lo stesso: "lezione di tattica dell'Avellino". Un vero capolavoro tattico che ha portato una squadra in inferiorità numerica a correre un "rischio calcolato" con gli attacchi dello Spezia e a gestire le forze in modo da trovare il gol che ha annichilito l'avversario. Perché lo Spezia forse pensava di avere già in tasca le semifinali dopo l'1-1 e non ha trovato la forza di reagire al gol di Comi.

E ora si torna ad affrontare il Bologna, stavolta non più in gara secca ma di andata e ritorno: paradossalmente lo scoglio più duro era proprio la partita del "Picco" perchè l'Avellino doveva solo vincere, mentre contro il Bologna potrà giocarsi la qualificazione alla finale passando anche al Partenio. E come contro lo Spezia, è giusto ricordare che contro i rossoblù in campionato gli irpini hanno conquistato 4 punti: 3 al Partenio e 1 al Dall'Ara. E allora sognare è lecito, con una raccomandazione: comunque vada a finire, questa squadra negli ultimi anni ci sta regalando emozioni uniche, sconosciute ai più giovani, e anche se il sogno non dovesse tramutarsi in realtà potremo dire di aver vissuto delle grandissime sensazioni. Dopotutto non è di questo che vive il calcio?

Sezione: Editoriale / Data: Mer 27 maggio 2015 alle 00:30
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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