Chi dice che il calcio è uno sport per tutti si sbaglia di grosso. Avellino-Pescara, visto il momento delicatissimo dei biancoverdi e vista l'urgenza di conquistare una vittoria fondamentale, non era adatta ai più deboli di cuore. Scherzi a parte, anche se il match del Partenio-Lombardi rappresentava un mix di sentimenti e motivazioni per tutto ciò che è accaduto nelle scorse settimane. Contestazioni, critiche, conferenze e chi più ne ha più ne metta. Sembrava l'inizio di un thriller quando Pettinari ha scaraventato via Chiosa e ha baciato il palo con il suo destro chirurgico. Sembrava, poi, un'altra delle prestazioni scialbe dell'Avellino e la maggior parte dei tifosi irpini magari hanno sussurrato all'orecchio del vicino che questa sarebbe stata l'ennesima delusione di un girone di ritorno non entusiasmante. Rastelli ci ha messo del suo. Il mister ha provato a mescolare le carte, mescolando proprio tutto. Il risultato è stato disastroso ed è dovuto correre urgentemente ai ripari. Per fortuna che le modifiche apportate sono risultate vincenti, altrimenti il processo a Rastelli si sarebbe allargato ulteriormente. Chissà se il tecnico ha poi udito la frase di Fabbro quando è uscito dal campo meritatamente, aggiungerei. Il centrale friulano non è nuovo a questo tipo di atteggiamenti. Un'ammonizione rimediata in maniera assurda, per proteste, quando il pallone è lontanissimo che neppure, a momenti, lo vedi. Quasi stile Holly e Benji. Eppure è riuscito a litigare con l'arbitro facendo prevalere la sua polemica alla  concentrazione per una partita troppo importante. Ma non volendo parlare per forza dei singoli, possiamo affermare che il risultato alla fine è ciò che conta perchè in classifica la casella "prestazioni" non esiste, per fortuna o per sfortuna delle formazioni. L'Avellino stavolta gioca male un'ora ma riesce a superare Livorno e Pescara portandosi al settimo posto in graduatoria. Posizione da conservare assolutamente, magari tenendo nel mirino sesto e quinto posto lontani rispettivamente due e tre punti. Non è impossibile, non sarà di certo facile, ma ci si può provare.

A volte un episodio può cambiare le sorti del tuo cammino e chissà se quel braccio di Salamon leggermente allargato non abbia potuto suscitare un moto d'orgoglio nella testa dei giocatori avellinesi. Gli ultimi 20' infatti sono stati giocati alla grande, con determinazione a volontà e appartenenza a una maglia che spesso chiede tanto a chi la indossa. A Bologna nulla è già scritto. Senza Pisacane e Kone. Ma le alternative, se con lo spirito giusto, sono valide. Apriamo una piccola parentesi legata a Castaldo. Ritrova il gol dopo due mesi e gioca un buon secondo tempo. Vuole togliersi un piccolo sassolino dalla scarpa andando sotto la Curva a fine partita, ma probabilmente è un gesto non utile in questo momento. Servirebbe maggiore unità, invece di svegliare il cane che dorme. Meno male che poi tramite la mediazione della dirigenza sono arrivate le scuse e si è allontanato tra gli applausi dopo essersi recato per una seconda volta dai tifosi. E' impensabile dover disputare gli spareggi con un ambiente spaccato, ammaccato e senza più entusiasmo. Gigi lo sa. Tutti lo sanno. Quella di oggi può essere la svolta. Se non questa, nessun'altra.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 03 maggio 2015 alle 17:56
Autore: Pellegrino Marciano / Twitter: @pellegrinom17
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