Deve averci preso gusto l'Avellino a farsi rimontare dal Perugia, come l'anno scorso gli umbri sotto di una rete ribaltano il risultato al Partenio e portano a casa i tre punti, ma mentre l'anno scorso fu una sorta di shock con le due reti arrivate nei minuti finali di gara, questa volta l'Avellino ha fatto anche peggio, giocando praticamente solo un tempo, il primo, per poi abbandonare il campo in favore degli avversari nella ripresa. Una partita dai due volti difficile da spiegare, improbabile che gli uomini di Tesser avessero pensato di aver già portato a casa il bottino dopo soli 45' e un primo tempo molto combattuto, sbloccato da una magia di Gavazzi. Eppure qualcosa deve essere scattato nella testa, o nelle gambe, facendo tornare i calciatori in campo in maniera molle al punto da subire il pari dopo soli 3 minuti e subire poi l'avanzata ospite per tutto il secondo tempo.

Probabilmente ha pesato anche l'emergenza difensiva e i tanti giocatori reinventati in ruoli non consoni, eppure lo schieramento iniziale, lo ripetiamo, aveva fatto ben sperare con l'Avellino che aveva concesso poco e creato molto. Nella ripresa il lungo blackout, forse anche il macigno psicologico del pareggio a freddo, e i cambi con il conseguente nuovo stravolgimento tattico stavolta non hanno aiutato.

Una brutta batosta da cui bisogna riprendersi al più presto perchè questa sfida doveva rappresentare lo spartiacque dopo la sconfitta di Pescara per raggiungere posizioni di classifica più consone in attesa del ritorno di Castaldo. Invece ci si è complicati nuovamente la vita da soli, la classifica resta traballante ma di tempo ce n'è. A patto che si invididuino presto le cause di questo tracollo e si evitino certi harakiri in futuro. L'Avellino del primo tempo ha dimostrato di poter essere capace di ben altro, se lo vuole...

Sezione: Editoriale / Data: Sab 28 novembre 2015 alle 17:07
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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