L'abilità di resuscitare le squadre in difficoltà è una dote dell'Avellino. Dote che dovrebbe essere apprezzata da avversari e soprattutto, Lega Serie B. Biancoverdi che contro un Catania senza successo da ben otto sfide si presentano rivoluzionati, vuoi per squalifiche, vuoi per altri motivi. Il "Massimino" si preannunciava una polveriera. Proiettili al presidente con annesse minacce, Curva Nord che chiama a raccolta i supporter siciliani. Ma tutto questo, onestamente, non si è visto. Clima caldo soprattutto per via del sole che ha baciato Catania. Niente di più. Apriamo, poi, una parentesi pietosa, ovvero il ritardo di circa 35' dell'ingresso dei tifosi biancoverdi nel settore ospiti. Motivo? Semplice: perquisizioni e intrattenimenti  delle Forze dell'Ordine che probabilmente, un po' ci hanno marciato. Con un po' di malizia potremmo pensare che si è voluto tenere il Lupo senza i propri sostenitori per farlo sentire magari spaesato. Vabbè. Le assenze per Rastelli non sono e non devono essere un alibi. Le occasioni ci sono state, semplicemente non sono state sfruttate contro una compagine che ha giocato maluccio. Il Catania, ora si può affermarlo, non è una squadra di alta classifica. I nomi non fanno il gioco. Rosina in netto calo, Calaiò l'unica certezza dall'alto dei suoi sedici centri.
Soumarè ha rivisto il campo dopo mesi. Da lui non si poteva pretendere molto. Ciò che ha fatto vedere è guadagnato, per un giovane che ha qualità, ma poca precisione sotto porta. Dovrà crescere. Crescita che ci si aspetta anche da Gianmario Comi. Fermo a quattro gol da un numero infinito di partite. Fisico da corazziere, da bomber, per lui che bomber non si sta dimostrando. Inoltre, con Trotta out, Castaldo va in panchina perchè a 33 anni non puoi tirare la carretta senza tirare mai il fiato. Al suo ingresso si evidenzia il calo fisico, anche se ci ha provato a smuovere le acque. E Mokulu? Qualcuno ci spieghi il suo innesto nel pacchetto avanzato a gennaio. Sembra in sovrappeso, non incide mai. Inoltre, il giallo era evitabilissimo. Se la ridono di gusto Arrighini e Pozzebon, bersagliati durante la loro esperienza irpina. A questo punto il vero problema dell'Avellino sembra venir fuori: il gol. L'attacco, eccezion fatta di Castaldo e Trotta non si vede nè si sente. Impossibile parlare di A diretta per una formazione che "vanta" il terzultimo posto in graduatoria per le reti messe a segno. E allora, accontentarsi della classifica attuale e avere nel mirino la sola qualificazione ai playoff, al sicuro di solamente due punti. E' tutto in bilico, niente di conquistato. La Serie B è dura, succede di tutto. Proprio per questo bisognerà cambiare rotta al più presto, altrimenti si rischia il fallimento dello scorso campionato.
Il patron, poi, ha chiamato tutti al silenzio stampa per non parlare degli arbitri. Mossa discutibile, perchè non è di certo Baracani di Firenze ad aver centrato in pieno Capuano ed esaltato l'ex Terracciano. Sia chiaro, il sesto posto per l'Avellino è oro colato, ma quando si fanno poi proclami e ti ritrovi in alto rischi di soffrire di vertigini.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 29 marzo 2015 alle 18:02
Autore: Pellegrino Marciano / Twitter: @pellegrinom17
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