Per fortuna che Foscarini aveva avvisato la sua truppa di non commettere altre ingenuità difensive dopo i cali di concentrazione che erano costati la sconfitta nei minuti finali contro il Frosinone. E meno male che aveva detto di aver scelto un difensore esperto come Morero per sostituire Migliorini perché aveva bisogno di una guida in difesa. E invece l'Avellino esce sconfitto dal 'Barbera' di Palermo proprio a causa di errori in difesa, punito oltremodo per quello che è stato l'andamento del match. Un Avellino che si è ritrovato sotto dopo neanche dieci minuti per il rigore causato da un intervento scomposto di Morero, che ha trovato comunque la reazione, ha sfiorato il gol tre volte nel primo tempo, ha subito nuovamente gol a inizio ripresa per una mancata chiusura di Ngawa su La Gumina e che ha comunque sfiorato la rete con Ardemagni, il suo colpo di testa salvato sulla linea. Il tre a zero finale, generato ancora da un fallo inutile di Morero su La Gumina che si era allungato già la palla in area, non rende giustizia alla gara giocata dai biancoverdi, che al netto degli episodi chiave non ha giocato male nell'arco dei novanta minuti. Ma il calcio è fatto soprattutto di episodi, e così l'avvio timido e timoroso, la poca incisività in avanti e i due rigori praticamente regalati, hanno determinato un 3-0 che non lascia adito a commenti. 

Ormai dovremmo aver imparato a convivere con questo Avellino dopo trentasette giornate, e non basta un cambio di allenatore a eliminare sbavature viste nel corso di tutta la stagione: che il problema principale fosse lì dietro si sapeva, un problema di calo di concentrazione più che di mancanze tecniche perché i vari Ngawa, Migliorini, Laverone non hanno un tasso tecnico inferiore ad altri colleghi della categoria, ma mancano adeguati ricambi pronti e soprattutto la testa che ha ricominciato ad andare a corrente alternata. Il rischio ora è che l'effetto Foscarini, se vogliamo chiamarlo così, stia già svanendo. Si sa, lo abbiamo detto varie volte, che un cambio di allenatore genera una scossa, e contro il Perugia è arrivata subito. Con l'Entella è arrivato un buon pari ma subito un piccolo stop in termini di risultati. Con il Frosinone ancora buona prestazione ma sconfitta, ora con il Palermo di nuovo errori evitabili e sconfitta. Se dovessimo rappresentare quanto appena detto con un grafico, sarebbe una curva calante.

E purtroppo la salvezza è tutt'altro che da venire, in cinque partite l'Avellino dovrà giocare tre volte lontano dalle mura amiche e due in casa, affrontare una squadra sempre pericolosa come il Carpi al 'Cabassi', sperando che le differenti motivazioni facciano la differenza. Poi accogliere il Cittadella, che oggi ha vinto a Salerno dimostrandosi squadra da trasferta, con Foscarini che ritrova il suo passato. E nelle ultime tre giornate gli scontri diretti fuori casa con Ascoli e Ternana intervallati dalla sfida allo Spezia. Non sarà facile conquistare dieci punti ma ora è inutile fare calcoli o tabelle, manca poco e l'Avellino deve affrontare ogni partita come una finale, indipendentemente dall'avversario. I bonus sono terminati, la pazienza quasi.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 21 aprile 2018 alle 18:20
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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