Quattro punti in tre giorni e soprattutto in una doppia trasferta. Frutta quasi il massimo possibile la “campagna” in terra laziale dell’Avellino che dopo aver sbancato il Francioni di Latina esce indenne anche dal Matusa di Frosinone, fermando una squadra che (come i Lupi lo scorso anno) sulle ali dell’entusiasmo per la promozione e giocando un calcio molto offensivo, stava viaggiando a vele spiegate (e veniva da un 5-1 fuori casa). Alla fine il pari va bene a entrambe ma soprattutto all’Avellino non soltanto perché giocava in trasferta, ma perché ancora una volta ha saputo interpretare nel modo giusto i dettami imposti dal mister, che è arrivato in terra laziale col chiaro intento di lasciar sfogare i gialloblù e tentare di colpirli durante un calo di tensione.

E difatti il Frosinone ha attaccato eccome, nel primo tempo il pallino del gioco è stato sempre in mano ai ciociari anche se vere occasioni da rete non ne hanno create, a parte il tiro nel finale ben parato da Gomis. Per il resto il muro erto da Rastelli ha funzionato, la difesa ha girato egregiamente e il Frosinone è rimasto imbrigliato. Occasioni per il contropiede non ce ne sono state, ma va bene anche così visti che gli imprevisti infortuni di Visconti e Regoli che hanno cambiato in corsa i piani del tecnico. Nella ripresa il ritmo si è prevedibilmente abbassato e l’Avellino ha trovato il vero guizzo pericoloso con Comi, bravo a costruirsi da solo l’occasione da gol, meno bravo nell’alzarla sopra la traversa. E’ stata comunque una partita maschia, energica, ben giocata da ambo le parti e alla fine il pari è giusto.

Quello che questa doppia trasferta restituisce è una squadra che sembra si stia nuovamente incanalando sui binari dello scorso anno, sa soffrire e colpire, ha in Rastelli un valido condottiero, forse il vero artefice di questo Avellino che continua a mantenersi da due anni nelle parti alte della classifica, è solida e sa ciò che vuole da ogni partita. Unico neo, forse andrebbe ancora individuato il vero partner d’attacco di Castaldo, che finora ha retto quasi da solo il reparto offensivo: Comi e Arrighini pur facendo tanto lavoro e molto movimento non hanno ancora trovato la via della rete, sono ancora poco incisivi, ma non dimentichiamo che anche Galabinov lo scorso anno era partito dalla panchina. Calma e pazienza quindi, siamo ancora alla quinta giornata.

I risultati, trasferta di Cittadella a parte, stanno arrivando, ora sabato c’è di nuovo una partita fondamentale contro una reduce dalla A come il Livorno, vero banco di prova per capire se questo Avellino potrà recitare un ruolo da protagonista anche in questa stagione.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 23 settembre 2014 alle 23:10
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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