Doveva essere la partita della svolta, della salvezza, la partita che avrebbe permesso all'Avellino di fare un balzo avanti nella lotta salvezza e regalare una doppia gioia ai tifosi, trattandosi dell'atteso derby con la Salernitana. In settimana Novellino aveva visto la squadra carica e aveva professato massima concentrazione, al punto da convogliare tutta la squadra in una sorta di miniritiro al Bel Sito Hotel, per compattare il gruppo alla vigilia di una partita così importante. Purtroppo, all'Arechi, di tutto questo non si è visto nulla. Gli occhi della tigre hanno lasciato il posto al belato di un agnellino, un atteggiamento mentale sbagliato visto in campo tante, troppe volte in questo finale di stagione. Una sufficienza e una specie di "strafottenza" che lascia allibiti e spaesati. Davvero questa squadra ce la sta mettendo tutta per salvarsi? In campo a Salerno la squadra affamata di punti sembrava proprio quella granata, con l'Avellino ad accontentarsi di non perdere, mentre in realtà la Salernitana non ha più nulla da chiedere a questo campionato.

Un atteggiamento, si diceva, visto già troppe volte ultimamente, non a caso l'Avellino ha racimolato la miseria di due punti in cinque partite gettando alle ortiche una salvezza che poteva essere facilmente portata a casa vincendone almeno una. E invece anche a Salerno si è andati per non prenderle, chiudendosi in difesa e sperando di ripartire in contropiede, come si è visto fare in tutte e cinque le gare di cui sopra. Peccato che Novellino, dall'alto della sua esperienza che tante volte abbiamo celebrato da queste colonne, non abbia ancora capito che con questo modo di giocare l'Avellino non porta a casa una vittoria di misura, ma non punge e prima o poi finisce col prendere sempre gol. Lo si è capito già dopo i primi venti minuti di partita che la Salernitana prima o poi avrebbe trovato la rete, così come si è capito subito che l'Avellino difficilmente avrebbe portato a casa i tre punti, a meno di qualche episodio fortunato.

Ma non è questo il modo in cui deve giocare una squadra che ha bisogno di salvarsi, non ci si può sempre accontentare di non prenderle e poi in avanti si vede. L'Avellino in questo modo ha dilapidato un patrimonio di punti e ora si trova in piena zona playout, con l'obbligo di vincere giovedì contro il Latina. Ma non dipenderà più neanche solo dall'Avellino perché la classifica avulsa premia Ternana e Ascoli, che a questo punto dovranno anche non vincere per salvare il Lupo. Una situazione complicatissima in cui ci si è messo l'Avellino, da solo. E non si venga ora a dire che il Tribunale Federale potrebbe restituire uno o più punti, perché è vergognoso offrire prestazioni così indecenti e poi sperare in qualche regalo dall'alto. E' proprio questo spirito che ha portato la squadra in questa situazione. L'Avellino avrebbe dovuto giocare sulla scorta dei punti che ha in classifica, e i punti dicono che ora come ora la squadra biancoverde dovrà giocare lo spareggio per restare in Serie B.

La mia speranza, come quella di tutti gli sportivi avellinesi, è naturalmente quella che contro il Latina già retrocesso si vinca e si evitino i playout, ma sinceramente con questo atteggiamento stento anche a immaginare una vittoria contro l'orgoglio che i pontini stanno mettendo in campo fino all'ultimo. Sarà la delusione post-partita, ma la vedo nera.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 13 maggio 2017 alle 17:33
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
vedi letture
Print