Avellino, che ti succede? Se a Bari si poteva chiamare in causa una direzione arbitrale non ottimale, se nel derby si cominciava a intravedere qualche segnale di allarme, contro il Pescara la sirena può suonare a tutto spiano. Contro gli abruzzesi di Zeman l'Avellino subisce la terza rimonta di fila, registrando tra l'altro il nono gol subito negli ultimi 15 minuti su diciannove. E pensare che prima di questo trittico terribile la squadra aveva vinto, proprio in rimonta, contro l'Empoli: in quindici minuti da 0-2 a 3-2. Da lì il crollo. Attenzione, non un crollo complessivo ed evidente perché in tutte e tre le partite l'Avellino ha iniziato bene passando in vantaggio, con la Salernitana addirittura di due gol a inizio ripresa, ma poi è crollata. Un crollo alla distanza quindi, quasi come se la squadra ormai in vantaggio tirasse i remi in barca e rinunciasse a giocare. Un crollo sia psicologico sia fisico, perché se magari la testa può giocare brutti scherzi con la paura di non vincere, si assiste anche a un vistoso rallentamento del gioco.

Questo per esempio si è visto nel secondo tempo di Pescara, dove se nel primo tempo l'Avellino aveva fatto la partita meritando il vantaggio, ha poi lasciato progressivamente campo agli avversari. Ma c'è anche un'altra variabile da tenere in considerazione, ovvero la reazione degli avversari al vantaggio irpino. E' evidente che sotto di una rete, la squadra avversaria aumenti la pressione per cercare di recuperare, ed è qui che l'Avellino si sbriciola. Forse per questo non era accaduto contro l'Empoli, che invece si sentiva al sicuro con due gol di vantaggio, mentre nelle ultime tre occasioni l'Avellino ha accusato la reazione ospite e non ha saputo rimettere in piedi la baracca.

Lo stesso Novellino a fine partita ha ammesso che qualcosa non va soprattutto dietro, "dobbiamo lavorare su questo aspetto, non mi rivedo nella fase difensiva" ha spiegato, ed effettivamente le amnesie che hanno portato poi ai gol sono state commesse soprattutto dalla difesa. L'Avellino crea, segna, a Pescara ha colpito due pali, ma si fa infilare con facilità disarmante: oltre ai due gol infatti non dimentichiamo che il Pescara ha sbagliato un gol a porta vuota e in almeno 2-3 occasioni Radu ha dovuto compiere dei miracoli per non rendere il risultato più pesante.

Una squadra non da Novellino quindi, non solo caratterialmente ma anche difensivamente parlando, l'allenatore dovrà mettere ancor più attenzione su questi dettagli per invertire la rotta e limitare i gol subiti, altrimenti non servirà a nulla creare tanto e segnare puntualmente ogni partita. Martedì contro la Pro Vercelli l'Avellino è già chiamato alla riscossa per non cadere in una crisi nera, di risultati più che di classifica.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 21 ottobre 2017 alle 17:30
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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