Rabbia, rassegnazione, sgomento. E' un misto di emozioni negative il Partenio al termine della gara persa contro il Trapani, in alcuni non c'è neanche la forza e la voglia di fischiare, come un film già visto, un finale già previsto. E' vero che il Trapani veniva da 11 risultati utili consecutivi, che ha raggiunto la settima vittoria consecutiva ed è l'avversario peggiore che l'Avellino potesse incontrare in questo momento, ma è pur vero che l'Avellino veniva da 3 sconfitte consecutive e non vinceva dal rocambolesco 4-3 sull'Ascoli e questa partita avrebbe dovuto rappresentare la svolta quantomeno della determinazione e dell'orgoglio. Invece si è rivista una squadra spenta, fiacca, distratta, che ha accentuato ancora una volta quanto di brutto fatto vedere in questo campionato. In primis la fase difensiva: il Trapani affondava come lama nel burro. Poi quella offensiva, perché i siciliani hanno controllato senza troppi patemi i confusionari tentativi dell'Avellino di trovare la via del gol, per poi ripartire compatti e pericolosi in contropiede.

I numeri di Marcolin sono impietosi, e non ce l'abbiamo com Marcolin per partito preso, non avrebbe senso: analizzando semplicemente il suo cammino è impossibile non notare le 4 sconfitte consecutive e 1 solo punto racimolato in 5 panchine biancoverdi. La società ha dichiarato che ha mandato via Tesser, che stava conducendo la squadra a una tranquilla salvezza senza disdegnare un sogno playoff, per dare una scossa alla squadra e provare a risvegliare qualche ambizione playoff che sembrava sopita, sopraffatta dalla soddisfazione della salvezza. Ebbene più che risvegliare ambizioni sopite questo cambio in panchina sembra averle affossate definitivamente. La squadra è rimasta svuotata e quasi scioccata da un cambio inatteso e ha disimparato anche quelle cose elementari che Tesser era riuscito a trasmettere dopo un avvio difficile, precipitando in un vuoto dal quale sembra difficile uscire.

Ecco, se la società vuole dare una prova di coraggio, se l'intenzione, lodevole per carità, del cambio di Tesser era quella di dare una sterzata alla squadra, abbia ora il medesimo coraggio di fare mea culpa e tornare sui propri passi richiamando Tesser. La situazione lo richiede ora più che dopo Terni, la zona playout si avvicina sempre più e ora è distante solo 4 punti, se il cambio di allenatore serviva a invertire la rotta, quale situazione più adeguata di questa? Si metta per un attimo da parte l'orgoglio, la difesa a tutti i costi delle proprie idee, del dire "abbiamo scelto Marcolin e difendiamo la nostra scelta" e si abbia il coraggio di dire "abbiamo sbagliato, Marcolin non è riuscito a dare quella svolta che serviva, richiamiamo Tesser che quantomeno stava rispettando le direttive di inizio campionato". Oppure la scelta di coraggio la faccia Marcolin, abbia il coraggio di ammettere che la squadra non lo segue e i risultati non sono quelli auspicati e lasci per rispetto di una piazza che non merita di finire così male. Per quanto ci è dato sapere, tra l'altro, Tesser non direbbe no a un ritorno in panchina.

Lo si faccia per una squadra che non merita questi risultati, per una piazza che non merita queste umiliazioni e che anche oggi ha cantato dal primo all'ultimo minuto, preferendo la via della compattezza auspicata da Taccone alla troppo facile contestazione. Eppure ha dovuto assistere a un altro scempio. Da queste colonne abbiamo sempre difeso e applaudito alle scelte societarie, ringraziando chi ha riportato il calcio che conta ad Avellino, ma con la stessa obiettività dobbiamo denunciare una situazione che se non risolta in tempo potrebbe riportare l'Avellino nell'inferno del calcio. Non è retorica o accanimento verso qualcuno ma dovere e diritto di rappresentare tanti tifosi che sono stufi di veder calpestati i propri colori. 

Mancano cinque partite, tempo per recuperare i punti salvezza ce n'è, ma non si vanifichi quanto di buono costruito in questi anni solo in nome del proprio orgoglio. La scelta verrebbe sicuramente apprezzata e applaudita dalla piazza molto più anche di una salvezza ottenuta, a questo punto, grazie a una reazione di orgoglio nelle ultime giornate o alle altrui disgrazie.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 19 aprile 2016 alle 23:52
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
vedi letture
Print