Riparare: porre rimedio almeno in parte a un male, un danno, un errore. Il dizionario, di cui non dico la marca, riporta la definizione di riparare, o riparazione. Un termine che utilizziamo spesso di recente quando parliamo di calciomercato, perché quello di gennaio è definito appunto di "riparazione". Sia chiaro, non è che l'Avellino è l'unica squadra a doversi attrezzare, però forse è quella che maggiormente ne ha bisogno vista la posizione di classifica deficitaria. Ma la dirigenza irpina lo sa bene perché quattro campionati di Serie B non li disputi se non sei competente. E anche se il mercato è cominciato il 3 gennaio e di rinforzi ne abbiamo visto solamente uno, vogliamo essere fiduciosi, perché gennaio è lungo e le occasioni ci saranno. Però c'è un problema. Abbastanza grosso. Novellino come ogni allenatore che si rispetti vuole al più presto possibile i quattro rinforzi, perché almeno tre dovrebbero essere titolari (i due terzini e un centrocampista) e quindi dovranno inserirsi nei meccanismi in fretta. Particolare da non trascurare è che il campionato riprenderà da Brescia il 21 gennaio. Data non lontanissima. Comunque, non è il caso di fasciarsi la testa prima di rompersela e le critiche non fanno altro che spaccare l'ambiente.

Buono l'innesto di Laverone, che sulla fascia destra può diventarne il padrone indiscusso. Male invece nella trattativa Gucher. E qui ci concentriamo per qualche rigo in più perché l'affare sfumato merita un'ampia parentesi.
Il giocatore non è mai stato convinto di venire ad Avellino, nonostante gli sforzi economici della società che aveva già il contratto pronto. Prima un triennale, poi soli sei mesi. Si è fatto di tutto per andare incontro al giocatore, ma quest'ultimo ha rifiutato tutto. Qual è la colpa della società? Credo nessuna, perché a "lavare la testa del ciuccio, perdi tempo, acqua e sapone". Da apprezzare quindi la volontà di portare ad Avellino un top della cadetteria. Volevo poi dire al giocatore che Avellino non è una piazza facile, ci vuole coraggio per giocarci, e mi auguro che l'avvicinarsi a casa sia veramente il motivo del rifiuto, altrimenti quella personalità e quel carisma che serve per giocare da noi, evidentemente non l'ha mai avuto. Ed avere in squadra un giocatore nostalgico e con poca voglia avrebbe sicuramente portato lo stesso a guardare le partite dalla panchina.
Ma la nostra piazza è troppo competente ed ambiziosa per dare importanza ad un solo giocatore e quindi andiamo avanti. Senza troppo rammarico. Forse alla società c'è solamente da imputare la buona fede riposta nel ragazzo. Troppo ottimismo quando probabilmente non c'erano gli elementi per esserlo.
Andiamo avanti. Non ci addentreremo in altri nomi perché il mercato è pazzo e può cambiare da un momento all'altro. L'unica cosa che conta è che si faccia in fretta per evitare di perdere altri obiettivi e di arrivare a fine gennaio con giocatori totalmente nuovi da inserire. Non c'è tempo, la società lo sa e Novellino lo sa ancora meglio.

 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 12 gennaio 2017 alle 12:37
Autore: Pellegrino Marciano / Twitter: @pellegrinom17
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