Difficile scegliere da dove partire nell'analisi di questo Avellino-Perugia 0-5, se dal record negativo di reti casalinghe, se dall'inconsistenza offensiva o se dalle lacune difensive. Oppure dagli errori di Manganiello di Pinerolo che però, giusto dirlo, pur commettendo errori macroscopici non incide direttamente sul risultato finale: i numeri alla fine parlano chiaramente a favore del Perugia, si può recriminare sul rigore non dato dopo 2' o dai rossi eccessivi, ma non sul fatto che il Perugia abbia condotto la partita e vinto, a mio avviso, meritatamente.

Decido allora di partire da un aspetto che esulta dai 22 in campo, ovvero dai tifosi: esemplari nel loro incitamento costante dal primo all'ultimo minuto, mai un attimo di pausa neanche sul 5-0, anzi a ogni gol il volume della Curva si alzava ulteriormente. Non un fischio per i calciatori, non un coro contro un biancoverde ma prevedibilmente solo contro l'arbitro. E tanti sorrisi in Curva: il lato bello e sportivo di questa giornata, l'unico aspetto positivo in realtà, che mi piace sottolineare proprio per mostrare a tutti quelli che fino a qualche settimana fa additavano la tifoseria avellinese come violenta e pericolosa che è questa la tifoseria irpina, non il gesto sconsiderato di un singolo. Ma purtroppo la correttezza non fa notizia.

Passando invece al lato negativo della medaglia, bisogna registrare il primo stop di Novellino dopo ben 9 risultati utili consecutivi che avevano portato l'Avellino al primato in classifica nel girone di ritorno con il miglior attacco del torneo. Contro il Perugia invece la squadra è apparsa svuotata, assente, imballata. Presumibile che le decisioni della Procura Federale arrivate solo ieri, con lo spettro dei 7 punti di penalizzazione, abbiamo pesato a livello inconscio, anche se tutti dichiaravano di essere concentrati solo sul campo. Ma una sentenza di questa portata non può sicuramente passare inosservata, anche siamo solo in fase di richiesta da parte dell'accusa, ci sarà un primo grado di giudizio, un ricorso, e come anticipava l'avvocato Chiacchio un possibile rimando. Non dimentichiamo poi che l'accusa chede sempre il massimo della pena, mitigato poi in fase di ricorso: basti pensare che nel processo di Calciopoli fu chiesta la retrocessione in C della Juventus, poi tramutata in B con penalizzazione, e la retrocessione in B del Milan, poi tramutata in alcuni punti di penalizzazione.

Una caduta può starci, soprattutto dopo 9 risultati utili consecutivi. Uno stop è anche plausibile dopo una rincorsa del genere e dopo una batosta psicologica come quella di cui sopra. L'importante è lasciarsi presto alle spalle questa giornata, in cui tutto è andato storto, e ripartire al più presto. Dopotutto, meglio cinque gol e due espulsioni in una partita sola che cinque partite storte. Anzi da questa giornata l'Avellino può uscirne rafforzato, sapendo che il reale obiettivo si chiama salvezza, ora più che mai, ma che continuando a lavorare con serenità e serietà i risultati possono arrivare, come le ultime 9 giornate hanno insegnato. Voltiamo pagina, una sola partita non può condizionare tutto quanto fatto di buono negli ultimi tre mesi.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 04 marzo 2017 alle 17:25
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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