L'Avellino si è fatta sentire, così come i calciatori tirati in ballo nell'inchiesta sul calcioscommesse. Mancava all'appello la tifoseria biancoverde. Ai microfoni di OttoChannel, Franco Iannuzzi, storico esponente della Curva Sud, ha spiegato la linea adottata dallo zoccolo duro del tifo avellinese: "Il nostro orgoglio è stato messo sotto ai piedi, ma aspettiamo la conclusione delle indagini. Dispiace vedere il nome di Avellino sulle prime pagine dei quotidiani e siti nazionali, ma una cosa è certa, siamo pronti a difendere la città fino alla morte".

Poi prosegue Iannuzzi: "Vogliamo prima uomini e poi calciatori. La rabbia contro Millesi al termine di Avellino-Cittadella del 2014 fu dettata dal mancato saluto della squadra alla Curva. Voglio fare un appello: non facciamo di tutta l'erba un fascio. Le indagini sono in corso e restiamo tranquilli. Se ci saranno colpevoli, la giustizia deve avere il coraggio di radiarli e metterli in galera. Se ci hanno tradito, dimostreremo comunque la nostra civiltà come abbiamo fatto sempre in tutta Italia. L'Avellino è nostro, non rompiamo questo giocattolo".

Sezione: Focus / Data: Mer 25 maggio 2016 alle 19:12
Autore: Carmine Roca
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