Il Corriere dello Sport oggi in edicola dedica una doppia pagina alla storia di Ramon Diaz. C'è anche un trafiletto sulla sua esperienza all'Avellino. "«L’importante non è essere tesserato con un grosso club - disse all’indomani del trasferimento dal Napoli, dove si giocava lo scudetto, all'Avellino - ma di giocare e di dimostrare di avere la classe per rendere come i tifosi aspettano. La mia promessa è di segnare quanti più gol possibili, non per la salvezza, ma per dare all’Avellino una classifica tranquilla. Ho trovato tanti tifosi entusiasti, mi è sembrato di rinascere. Dopo la calda accoglienza che ho avuto, mi sono reso conto che quello avellinese è un ambiente passionale del tipo sudamericano. Mi hanno fatto dimenticare d’incanto un anno sofferto tinto da cocenti umiliazioni. Con l’Avellino voglio dimostrare che Diaz non è affatto un calciatore finito». E così sarà. Tre anni per tre salvezze consecutive alle quali lui contribuisce con il suo gioco e, soprattutto, con i suoi gol, spesso pesanti, anzi pesantissimi. Ce n’è per tutti: dal Napoli alla Juve, alle dirette concorrenti. Nel 1985 poi diventa capitano e con la fascia al braccio timbra per dieci volte, primo giocatore dell’Avellino ad andare in doppia cifra in Serie A". Si legge sul quotidiano.

Sezione: Focus / Data: Gio 22 febbraio 2018 alle 13:57
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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