Ad ogni gol che realizza è un nuovo record in carriera. Gigi Castaldo sale a quota sedici centri in campionato grazie al rigore liberatorio messo a segno contro il Pescara un giorno dopo aver compiuto 33 anni. Quel pallone sarà pesato tantissimo tra le sue mani mentre lo poggiava con cura sul dischetto. Lì, sotto la Sud. Non sarà stato facile viste tutte le polemiche e le critiche che sono piovute nei giorni scorsi sul numero 10 dell’Avellino. Ma la voglia di fare gol e scacciare via i fantasmi era talmente tanta che fallire era praticamente impossibile. Esultanza dedicata al preparatore atletico Fabio Esposito, anche lui finito nell’occhio del ciclone per la scarsa forma fisica della squadra, dicono. Successivamente si è rivisto il vero Castaldo. Il leader dell’Avellino e l’uomo più prezioso per Rastelli, colui che da tre anni a suon di gol trascina i biancoverdi, sempre nelle zone alte di classifica. Poi il cross per Comi che propizia il gol di Zito e buone giocate, alla Castaldo insomma. Al triplice fischio sente il bisogno di andare dai suoi tifosi per chiarire alcuni aspetti. Magari che lui non vende le partite, che non è un mercenario e che per la maglia dà e darà sempre tutto. E’ sembrato scortese, ma si sa, quando dentro hai tanta rabbia puoi apparire diverso. Il ritorno per le scuse a chi lo ha sempre osannato era doveroso e lui non ci ha pensato su tanto, prima di recarsi nuovamente sotto la Sud. “E’ tornato Castaldo” si sente per le strade e si legge sui social network. L’Avellino e Avellino se lo augurano. E’ ora il tempo di recuperare i due mesi perduti. 

Sezione: Copertina / Data: Lun 04 maggio 2015 alle 11:23
Autore: Pellegrino Marciano / Twitter: @pellegrinom17
vedi letture
Print