In occasione dei suoi 60 anni, Fernando De Napoli ha festeggiato alla grande nella sua Chiusano San Domenico. Per l'occasione è stato intervistato da Il Tirreno, al quale ha ripercorso la sua carriera raccontando anche i ricordi in biancoverde: "Mio padre gestiva l'unico bar della zona. Provò anche a mettermi dietro al bancone ma non sapevo preparare nemmeno il caffè, fu un disastro. Due anni dopo, avevo 15 anni, il commendator Antonio Sibilia, presidente dell’Avellino, si presenta da mio padre per comunicargli che voleva portarmi nel settore giovanile della sua squadra che aveva appena vinto il campionato di Serie B (all'epoca De Napoli giocava con la Mirgia, ndr). Un’emozione grande per un uomo ansioso e sensibile che non è mai venuto a vedermi giocare".

Resta l'unico calciatore dell'Avellino ad aver vestito la maglia della Nazionale, ai Mondiali 1986: "Ma prima di arrivare a quella partita contro la Bulgaria da ragazzo delle giovanili ho vissuto il dramma del terremoto in Irpinia. Quel giorno ero in un bar di Avellino: a un certo punto c’è stato un boato e siamo fuggiti fuori dal locale mentre vicino a noi cornicioni cadevano e muri crollavano. Ho realizzato nei giorni immediatamente successivi con le scosse di assestamento e soprattutto partecipando come volontario ai soccorsi a San Mango sul Calore, un comune di 1.700 anime raso al suo dal sisma. Ho visto i cadaveri gonfi e i corpi mutilati di tanta gente che conoscevo. Mi sono legato talmente alla mia terra che a 18 anni stavo per rifiutare il trasferimento in prestito al Rimini in C1 che mi fu comunicato mentre ero in campeggio con gli amici a Palinuro. Se loro non mi avessero convinto la mia carriera non sarebbe mai iniziata. Lì ho conosciuto un certo Arrigo Sacchi che mi ha inculcato la cultura del lavoro e del sacrificio".

Poi il ricordo di Maradona al Napoli: "Il più forte giocatore della storia del calcio. Quando dall’Avellino venni ceduto al Napoli per la cifra record di 5,8 miliardi ricordo ancora la prima cosa che mi disse nello spogliatoio: “Appena vedi che mi stanno marcando in due tu passami la pelota perché io debbo scaldarmi”. Mi fece un regalo che non dimenticherò mai: mi prestò per un giorno la sua Ferrari F40 con cui tornai a casa facendola poi guidare agli amici del Paese. Fu un momento indimenticabile".


Roberto Sabatino

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Lun 18 marzo 2024 alle 13:47
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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