Era presente il gotha del calcio biancoverde di ieri e di oggi al Circolo della Stampa per ‘’Avellino che storia! 100 anni da lupi’’, l’ultima fatica letteraria di Leondino Pescatore. Non a caso l’autore ha scelto la data odierna (12\12\2012) per presentare il suo libro in cui con certosina dovizia di particolari viene ricostruita la storia del calcio in città, attraverso le vicissitudini più salienti, nell’anno del centenario. Un atto d’amore che  il giornalista del Corriere dello Sport ha voluto dedicare a quei colori di cui segue le vicende da oltre un trentennio, vivendole prima da tifoso e poi con l’acume del cronista di razza. Ad impreziosire la narrazione già di per sé pregnante, densa di aneddoti e corredata da documenti ufficiali, numeri, statistiche, risultati, classifiche, tabellini e formazioni delle gare più importanti dei campionati delle singole epoche. A partire dal 1912, con la ‘’chicca’’ dell’atto notarile datato 1 dicembre con cui 13 soci dell’allora Polisportiva Avellinesi costituiscono la prima associazione calcistica cittadina, anche se in realtà soltanto dopo qualche anno essa inizierà a muovere i primi passi nei tornei dilettantistici regionali. 

Ma nel libro curato dal giornalista del Corriere dello Sport è possibile, tra i tanti documenti, leggere anche il verbale redatto dalla Questura di Catania che la Figc assunse a prova della presunta ‘’combine’’ orchestrata da alcuni tifosi biancoverdi per permettere ai propri beniamini di vincere lo spareggio che in realtà avevano vinto sul campo e con cui avevano conquistato la promozione in serie B, nella stagione 1948\1949. Purtroppo a causa di quell’episodio i lupi furono ingiustamente esclusi dalla cadetteria e vi poterono mettere piede soltanto a venticinque anni di distanza, nel 1973, grazie a quella cavalcata di cui fu traghettatore mister Tony Giammarinaro, che in collegamento telefonico ha ricordato emozionato l’indimenticabile impresa di cui fu artefice insieme al patron Antonio Sibilia.  Nella conferenza moderata dal direttore di Irpinia Tv Norberto Vitale, dunque, ampio spazio all’amarcord cui hanno contribuito con i loro interventi Gian Filippo Reali, difensore dell’Avellino nell’anno della promozione nella massima serie, Gianni Improta, ex attaccante dei lupi, Enzo Pulcinella, allenatore dei biancoverdi nell’anno in cui fu inaugurato il Partenio- Lombardi e anche semplicemente con le loro presenze in sala protagonisti di più epoche come Pasquale Mupo, Stefano Codraro e Pasquale Casale.

Inevitabile il doveroso omaggio nei confronti del capitano che più di  tutti gli altri è rimasto nei cuori dei tifosi, Adriano Lombardi, a cui ad inizio dei lavori è stato tributato un lungo e caloroso applauso. Alla conferenza hanno partecipato anche gli esponenti del calcio biancoverde odierno, mister Massimo Rastelli, il direttore sportivo Enzo De Vito e il patron Walter Taccone che ha rimembrato la sua adolescenza di accanito tifoso sempre all’appello sugli spalti in occasione delle gare che si disputavano al Piazza d’Armi. Dunque anche il presente ha tenuto banco durante la conferenza di questo libro articolato in tre volumi, di cui soltanto uno è disponibile nelle edicole cittadine: ‘’Dal niente alla serie A’’, dedicato alla ricostruzione delle vicende del periodo 1912-1978 e riferite a quel calcio immune dal vile ‘’dio denaro’’ e che oggi purtroppo non c’è più. A marzo 2013, invece, è prevista la divulgazione del secondo volume ‘’Dieci anni di serie A’’  mentre a giugno 2013 la pubblicazione del libro si completerà con l’uscita del terzo ed ultimo volume ‘’Declino, fallimento e rinascita’’, inerente le vicende intercorse dal 1988 fino ai giorni nostri. Ma come ha ribadito lo stesso autore, nel lanciare implicitamente un monito a quanti si ostinano a non tornare allo stadio adducendo a pretesto che il logo e la matricola non siano più quelli che hanno fatto la storia, il calcio ad Avellino non è mai scomparso ma ha continuato ininterrottamente ad esistere, cambiando semplicemente di denominazione da US a AS e a riguardo Pescatore ha svelato come quello del 2009 non sia stato il primo fallimento ma il quarto, visto che il calcio Avellino, per varie vicissitudini, è ripartito dalle ceneri per altre tre volte nella sua storia, tra il 1920 e il 1940.

Sezione: Focus / Data: Mer 12 dicembre 2012 alle 23:02
Autore: Angelo De Rogatis
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