Uno dei protagonisti della promozione in Serie C dell'anno scorso, Alessio Tribuzzi è stato intervistato da PrimaTivvù: "Stavo per firmare con un club di Lega Pro, ma le cose andavano per le lunghe e si è presentata la possibilità di giocare in Serie D con l'Avellino. Inizialmente ero titubante, poi mio zio Marco Capparella mi ha spinto a scegliere l'Avellino, mi ha detto che avrei giocato in una piazza di Serie A. Mi ha invitato a vedere qualche video e oltre quello, a ogni allenamento, i tifosi venivano al campo a seguirci, nonostante la botta della mancata iscrizione in Serie B.

Graziani? E' un allenatore particolare, secondo me non è stato compreso fino in fondo, anche con noi calciatori. Parlava chiaro, sbagliava i modi, però ti diceva le cose come stavano. Ma non mi sento di dire che il nostro andamento altalenante fosse colpa sua. Forse mancava la sintonia che c'è stata con Bucaro, che ha preso in mano una situazione complicata dopo il 4-1 contro il Trastevere. Eravamo sette punti indietro rispetto alla prima in classifica, qualcuno non credeva più nella rimonta, ma lui è stato bravo nel cementare il gruppo e farci iniziare la risalita. Il Lanusei non perdeva una partita, noi vincevamo ogni domenica, ma loro non perdevano mai punti. Sapevamo che per poter fare qualcosa di buono avremmo dovuto vincerle tutte. Spesso è capitato che la nostra partita finiva prima della loro e segnavano al 95'. Questo ci destabilizzava, ma sapevamo che tutto dipendeva da noi. 

Morero, Sforzini, Ciotola e Zullo conoscevano la piazza meglio di noi, ci hanno fatto capire determinate cose che noi giovani non sapevamo. Ci hanno indirizzato sulla strada giusta, Morero mi è stato molto d'aiuto. Non mi aspettavo di disputare un campionato del genere, ho segnato 12 gol. Mi sentivo di fare bene, ma non così bene. 

Allo spareggio eravamo consapevoli della nostra forza, a differenza di qualche settimana prima. Eravamo invincibili, troppo più forti. Aver recuperato dieci punti in classifica vincendo entrambi gli scontri diretti ci ha dato la consapevolezza per vincere la partita. Poi abbiamo visto lo stadio colorato di verde e a parte un tiro di Bernardotto parato da Viscovo, loro non hanno fatto nulla. Ero sicuro che l'avremmo vinta noi, anche se un po' di ansia c'era. Quando ho segnato il gol del 2-0 è stato bellissimo. L'esultanza è stata tranquilla, qualche amico me lo ha quasi rinfacciata, ma era troppa l'emozione per quel gol. Vincere la partita e segnare un gol era quello che mi aspettavo di fare quando pensavo a quella sfida. 

Con Musa avevo e ho un ottimo rapporto. L'abbiamo sempre visto al campo, trattava tutti alla stessa maniera. Per me è una bella persona, si è dimostrato, nonostante la giovane età e le critiche, di essere un buon direttore sportivo. Ha vinto un campionato e che gli vuoi dire? Non mi aspettavo che continuasse a ricevere critiche anche quest'anno. Seguo ancora l'Avellino, lì ci sono persone che voglio bene, che sento spesso e ogni tanto mi capita di vedere alcune partite. Mi fa piacere vedere l'Avellino che vince. Sono pure contento perché all'inizio si era creata una situazione societaria difficile e ora si è risolta. Sono stato benissimo. Tornare? Perché no". 

Sezione: Copertina / Data: Lun 04 maggio 2020 alle 18:28
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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