L'ex portiere dell'Avellino, Domenico Cecere ha parlato dei biancoverdi ai microfoni di SportChannel: "L'Avellino era partito pure bene, ma si è fatto gol da solo e si è disunito. La partita era chiusa già nel primo tempo ed è difficile analizzare una prestazione del genere. Giocare ad Avellino non è semplice, la piazza è esigente e in Serie C, dal terzo posto in giro è tutto negativo per i tifosi biancoverdi. La tifoseria è la parte più importante nel calcio e i calciatori devono prendersi i complimenti e le critiche. 

Capisco l’amarezza dei tifosi, nel non poter dare il loro apporto alla squadra. Avellino è nel mio cuore, so quanto sia fondamentale l’affetto del pubblico, ma credo che giocare senza pubblico debba essere un vantaggio per le squadre, per l’assenza di pressione. Si potrà capire la caratura morale e il carattere dei calciatori dell’Avellino solo quando il pubblico tornerà sugli spalti.

L’Avellino segna pochi gol e fondamentalmente non subisce neppure tanti gol. E’ in linea con la posizione di classifica, non conosco i dettagli, ma i numeri della squadra sono chiari. Se poi segni con quel colpo di testa di D’Angelo, la partita di Bari cambia totalmente. E poi non si può prendere il primo gol in quel modo, anche se poteva essere fallo su Aloi, lì la palla andava calciata in curva. E’ una leggerezza assurda, un errore gravissimo. Io quando sbagliavo, prima di parlare con i giornalisti, chiedevo scusa ai compagni. E c’era Puleo che si arrabbiava, perché non voleva che mi scusassi con loro. Diceva: ‘Tu ci salvi in tutte le partite’.

Braglia è un allenatore importante per la categoria, i numeri parlano in suo favore e della sua carriera. Negli ultimi anni ha giocato con la difesa a tre traendo soddisfazioni, perché sia passato a quattro non saprei, se si tratta di necessità o di valutazioni sui calciatori. Solo lui e Di Somma possono saperlo. Pane e Forte? Li conosco benissimo, sono due portieri esperti. Credo che l'Avellino sicuramente non ha problemi in porta.

La vittoria col Napoli del 2005? Non ci siamo mai spaventati, neppure ci toccava il fatto di avere il Napoli nel nostro girone. Perché nel gruppo c'erano uomini veri. Ma era un'altra generazione. Io quando sono arrivato ad Avellino ho cercato di onorare la maglia che aveva indossato Tacconi e altri grandi portieri prima di me. L'obiettivo principale è non fare brutta figura. I calciatori di oggi devono capire che quella maglia l'hanno indossata calciatori importanti". 

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Mar 22 dicembre 2020 alle 11:20
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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