Il giorno dopo la cocente retrocessione in C, maturata con una punizione al 95' che ha permesso al Cosenza di chiudere sull'1-1, a Brescia regna la rassegnazione e la vergogna. Rassegnazione per una serie C che mancava dal 1984/85, vergogna per le violenze in campo con il lancio di fumogeni e l'invasione di campo che ha costretto l'arbitro a dichiarare finita la partita anche se mancava ancora un minuto e mezzo, i poliziotti in assetto antisommossa, le auto incendiate e distrutte. Scene da guerriglia urbana che rendono ancora più amara questa retrocessione.

E a Brescia si punta il dito anche contro Cellino: "In 22 anni di presidenza (1992-2014), Gino Corioni non è mai retrocesso in Serie C. Massimo Cellino ne ha impiegati solo 6 per riportare il Brescia nell’inferno" si legge su Bresciaoggi.it, ricordando anche come i problemi giudiziari che hanno interessato il presidente "gli hanno tolto energie fisiche e mentali per pensare alla società. Ma proprio per questo motivo il numero 1 avrebbe avuto bisogno di attorniarsi di uomini fidati. O meglio: di far lavorare come si deve chi già in società c’era. Troppe figure, in questi anni, sono passate come meteore, assolutamente ingiudicabili perché non messe in condizione di operare.

Uno come Giorgio Perinetti era una fortuna averlo. Ma anziché sfruttarlo per le sue capacità, certificate dai numerosi campionati vinti e per i calciatori scoperti e svezzati, Perinetti è stato tenuto sottovuoto a fare non si sa bene che" conclude Bresciaoggi.

Sezione: News / Data: Ven 02 giugno 2023 alle 14:32
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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