Stefano Trinchera, ex calciatore dell'Avellino, ora direttore sportivo del Lecce, ha parlato a Sportchannel214 al format "Calcio d'inizio", dove ha analizzato il campionato  dei lupi e il momento complicato. 

Queste le sue parole: "Innanzi tutto colgo l'occasione per salutare la piazza di Avellino, con cui ho giocato e ho avuto il piacere di essere capitano. Seguo sempre con piacere le vicende dell'Avellino. Una squadra che è partita per altri obiettivi e si ritrova per lottare per salvarsi? Non è facile mentalizzarsi, ma non sarei così preoccupato perchè il campionato è molto lungo, non bisogna guardare ora la classifica ma pensare solo al lavoro quotidiano. E' vero, ai nastri di partenza si voleva fare un campionato di grande ambizione, ma ora la realtà è diversa. Conosco De Vito, è un ottimo collega e un professionista apprezzato e stimato, la proprietà è importante. E ho lavorato con Rastelli ed è un ottimo tecnico. Non sarei troppo pessimista, è capitano anche a me a Cosenza, dove i primi 3 mesi furono un inferno e poi arrivammo alla fine sparati e in forma e vincemmo i playoff con Braglia". 
Sulla Serie C: "E' davvero complicata, il Lecce ha impiegato 7 anni a raggiungere la Serie B, ma anche lo stesso Benevento, che c'ha messo forse 10 anni, ma potrei fare tanti tanti esempi. L'importante per l'Avellino è avere una proprietà importante e sana. I giocatori ad Avellino ci vanno volentieri perchè ci sono tutte le componenti per fare bene. L'inizio è complicato ma la Serie C è infinita, bisogna giocare gara per gara. Ovvio, dire oggi che l'Avellino finirà primo, sarebbe da bugiardi, ma può ambire a un'ottima posizione ai playoff".
Cosa serve per giocare ad Avellino: "Il carattere, e magari molti giocatori staranno accusando la mancanza di questo. L'Avellino ha una passione enorme, le aspettative sono altissime e per questo bisogna avere tanta personalità Anche la tifoseria deve capire il momento e cercare di stare vicino a questi ragazzi in un momento difficilissimo". 
Under e Over: "In Serie C non si guarda tanto alla carta d'identità, è un campionato talmente ostico, con campi dove bisogna correre e andare oltre l'ostacolo. Quindi non conta molto essere giovane o meno. Ma l'esperienza può incidere, come magari anche la spensieratezza dei giovani. Bisogna tenere botta, ritrovarsi tutti e avere un ambiente compatto. Sarebbe un peccato mortale disperdere quelle che sono le cose positive, come una tifoseria stupenda". 
Giovani interessanti: "Ci sono e non uno, però non vorrei fare nomi, e preferisco rimanere abbottonato".
Le due partite in casa: " Potrei fare l'esempio di Lecce-Juventus, l'Avellino lo considero la Juve e il Lecce il Taranto, che tra l'altro ho visto l'altro giorno e mi ha fatto un'ottima impressione. L'Avellino deve affrontare il Taranto come la Juve ha affrontato il Lecce, con tanto agonismo. Ma questa componente non deve venire meno e a livello agonistico l'Avellino deve fare una grande prestazione". 
 

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Ven 25 novembre 2022 alle 19:38
Autore: Marco Costanza
vedi letture
Print