C’è stato un periodo, non troppo lontano, in cui la Nazionale italiana, specie quella under 21, regalava titoli e medaglie d’oro al nostro Paese, portando alle luci della ribalta calciatori di assoluto talento. Nel 1996, ad esempio, nell’Italia under 21 che vinse il suo 3° Europeo di categoria battendo la Spagna di Raul in finale, c’erano calciatori come Totti, Nesta, Cannavaro e Buffon. Ma a provocare il gol azzurro nella finale (finita ai rigori dopo che i tempi regolamentari e i supplementari terminarono sul punteggio di 1-1) fu un calciatore che alle qualità tecniche, univa grandi doti atletiche e tanta, tantissima, grinta: Raffaele Ametrano. Il calciatore nato a Castellammare di Stabia, nel suo passato di calciatore ha vestito, tra le altre, anche le maglie di Avellino e Crotone, proprio le due squadre che si affronteranno nel prossimo turno di campionato. Oggi si occupa delle giovanili dell’Udinese ma ha comunque trovato il tempo per regalarci i suoi ricordi e il suo pensiero sulla gara di sabato.
Nella stagione 2000/01 faceva il suo esordio nel campionato cadetto il Crotone che, per quella stagione, si affidò anche all’esperienza di un talento come Ametrano. Che ricordo ha di quel periodo?
"A Crotone ho vissuto una bellissima esperienza, merito di una città e di una tifoseria veramente eccezionali. Arrivavo in una squadra neopromossa in B e, nonostante ad inizio anno ci dessero quasi per spacciati, riuscimmo a fare una grande stagione. Addirittura ricordo che, più o meno a 9 partite dalla fine, arrivammo a giocarci quasi uno spareggio con la Sampdoria visto che eravamo quinti o sesti in classifica. Quella gara andò male ma in generale non cancellò un’annata che resta significativa per me e per Crotone, come senza dubbio lo è quella attuale".
Una parte importante della sua carriera però l’ha trascorsa ad Avellino.
"La mia esperienza ad Avellino è diversa anche perché lì ci sono stato tre anni. Ho vissuto la gioia della promozione e l’amarezza della retrocessione ma abbiamo anche in quel caso scritto pagine importanti nella storia della società irpina. Ricordo ancora la prima promozione in B, arrivata vincendo i play off contro il Napoli. Un’emozione unica vincere un derby e regalarsi contemporaneamente la promozione. Lo stesso, seppur non si trattasse di un derby, posso dire dello spareggio vinto col Foggia subito dopo la retrocessione. Anche in quel caso grandi sensazioni e grande felicità. Avellino è stata una tappa davvero significativa per la mia carriera e non posso che ricordarla con piacere".
Sabato il campionato mette di fronte le sue ex squadre. Che partita sarà?
"La gara di sabato presenta tante incognite. Il Crotone è primo in campionato e lo è con pieno merito. Onestamente ad inizio stagione, pur conscio delle ottime qualità della squadra di Juric, non avrei mai pensato di ritrovarlo così in alto. Motivo ancor più valido per fare i miei complimenti ai calabresi insomma. L’Avellino però non sarà un ostacolo facile da superare, specie considerando il cambio in panchina. Quando si cambia un allenatore la squadra ha sempre una reazione, anche perché i calciatori vogliono mettersi in mostra e magari sovvertire delle gerarchie presenti nella formazione iniziale quindi daranno tutto per conquistare la vittoria. Fare un pronostico è praticamente impossibile".
Chiudiamo parlando del campionato di B, che ne pensa?
"Il campionato di B è sempre combattuto fino alla fine. La lotta per i play off e quella per i play out è sempre incerta fino all’ultima giornata e questo rende tutto interessante oltre che bello. Tutte le squadre sono nel giro di pochi punti sia in fondo sia in alto, a parte naturalmente Crotone e Cagliari che per adesso stanno facendo un campionato a parte. L’equilibrio è forse una caratteristica sempre presente nel torneo cadetto ed è la cosa che più di tutti rende questo campionato bello ed appassionante".
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