Ha una voglia matta di rimettersi in gioco, di dimostrare di poter ripetere le buonissime cose fatte dal 2011 al 2018. Enzo De Vito è il nuovo direttore sportivo dell’Avellino, sostituisce l’esonerato Salvatore Di Somma, silurato ieri assieme a Piero Braglia.
Classe 1974, irpino doc di Capriglia Irpina, De Vito prima di ricoprire l’incarico di direttore sportivo è stato nel settore giovanile biancoverde durante la gestione Pugliese. Direttore sportivo dell’Aversa Normanna, che diede filo da torcere ai lupi nel campionato di Seconda Divisione 2010-2011, ingaggiato dalla coppia Taccone-Cipriano nell’estate del 2011, in seguito all’approdo in Prima Divisione dell’Avellino, De Vito è rimasto in Irpinia fino alla sciagurata estate del 2018, quando il club biancoverde fu estromesso dalla Serie B a causa di una fideiussione non in regola.
Accanto a Daniele Faggiano è stato prima al Genoa e poi al Parma, accettando infine l’incarico di direttore sportivo dell’Arezzo, la scorsa stagione, chiamato in corso d’opera a salvare una situazione disperata gli amaranto retrocessero in D.
Torna ad Avellino con un curriculum di tutto rispetto e con all’attivo almeno una ventina di calciatori semi-sconosciuti, acquistati o presi in prestito, valorizzati e poi arrivati a in Serie A. Il primo grande colpo è stato Davide Zappacosta, prelevato in comproprietà dall’Atalanta dopo una stagione all’Isola Liri: rimase in biancoverde fino al 2014, riscattato dagli orobici per un milione di euro. In seguito al trasferimento al Chelsea, l’Avellino incassò circa mezzo milione di euro per aver avuto il calciatore in rosa in giovane età.
A seguire Armando Izzo, poi ceduto al Genoa per 400mila euro nell’estate del 2014 e poi ancora Davide Biraschi, finito pure lui al Genoa in prestito con riscatto pagato a 1,6 milioni di euro fonte Wikipedia, Marcello Trotta, preso dal Fulham nel gennaio del 2015 e poi ceduto al Sassuolo, l’anno dopo, con una importante plusvalenza.
Astuto conoscitore di giovani da Bittante a Marchizza, da Terracciano e Seculin a Ely, Bastien e Omeonga, ma anche di uomini prima che di calciatori: ne è un esempio Pisacane, preso da svincolato con un ginocchio appena operato e rilanciato nel calcio che conta, fino alla Serie A con il Cagliari. Ma anche Arini, preso dall'Aversa Normanna e ceduto alla Spal, con cui conquistò la promozione in Serie A.
E poi ancora il colpaccio Castaldo, nell’estate del 2012 reduce dall’esperienza in B con la Nocerina, l'esplosione di D'Angelo, il prestito di Galabinov, che da anni staziona tra Serie A e B; Frattali, Chiosa, Roberto Insigne, Lezzerini ora in A con il Venezia, Daniele Verde, titolare nello Spezia in massima Serie, Radu, vice-Handanovic all’Inter, fino a Gomis, fresco di vittoria della Coppa d’Africa col Senegal.
Colpi azzeccati e qualche svarione, la macchia del processo per il caso-Catanzaro. Stelle mancate vedi Tavano e Morosini, sfortunato nell’infortunarsi gravemente a un ginocchio e poche promesse non mantenute: scivoloni del mestiere che capitano a chiunque. Perché solo chi non fa, non sbaglia.
Classe 1974, irpino doc di Capriglia Irpina, De Vito prima di ricoprire l’incarico di direttore sportivo è stato nel settore giovanile biancoverde durante la gestione Pugliese. Direttore sportivo dell’Aversa Normanna, che diede filo da torcere ai lupi nel campionato di Seconda Divisione 2010-2011, ingaggiato dalla coppia Taccone-Cipriano nell’estate del 2011, in seguito all’approdo in Prima Divisione dell’Avellino, De Vito è rimasto in Irpinia fino alla sciagurata estate del 2018, quando il club biancoverde fu estromesso dalla Serie B a causa di una fideiussione non in regola.
Accanto a Daniele Faggiano è stato prima al Genoa e poi al Parma, accettando infine l’incarico di direttore sportivo dell’Arezzo, la scorsa stagione, chiamato in corso d’opera a salvare una situazione disperata gli amaranto retrocessero in D.
Torna ad Avellino con un curriculum di tutto rispetto e con all’attivo almeno una ventina di calciatori semi-sconosciuti, acquistati o presi in prestito, valorizzati e poi arrivati a in Serie A. Il primo grande colpo è stato Davide Zappacosta, prelevato in comproprietà dall’Atalanta dopo una stagione all’Isola Liri: rimase in biancoverde fino al 2014, riscattato dagli orobici per un milione di euro. In seguito al trasferimento al Chelsea, l’Avellino incassò circa mezzo milione di euro per aver avuto il calciatore in rosa in giovane età.
A seguire Armando Izzo, poi ceduto al Genoa per 400mila euro nell’estate del 2014 e poi ancora Davide Biraschi, finito pure lui al Genoa in prestito con riscatto pagato a 1,6 milioni di euro fonte Wikipedia, Marcello Trotta, preso dal Fulham nel gennaio del 2015 e poi ceduto al Sassuolo, l’anno dopo, con una importante plusvalenza.
Astuto conoscitore di giovani da Bittante a Marchizza, da Terracciano e Seculin a Ely, Bastien e Omeonga, ma anche di uomini prima che di calciatori: ne è un esempio Pisacane, preso da svincolato con un ginocchio appena operato e rilanciato nel calcio che conta, fino alla Serie A con il Cagliari. Ma anche Arini, preso dall'Aversa Normanna e ceduto alla Spal, con cui conquistò la promozione in Serie A.
E poi ancora il colpaccio Castaldo, nell’estate del 2012 reduce dall’esperienza in B con la Nocerina, l'esplosione di D'Angelo, il prestito di Galabinov, che da anni staziona tra Serie A e B; Frattali, Chiosa, Roberto Insigne, Lezzerini ora in A con il Venezia, Daniele Verde, titolare nello Spezia in massima Serie, Radu, vice-Handanovic all’Inter, fino a Gomis, fresco di vittoria della Coppa d’Africa col Senegal.
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