Intervistato da Primativvù, l'ex attaccante dell'Avellino, Alessandro Bertoni ha ricordato i suoi anni in Irpinia: "Sono arrivato ad Avellino che mio figlio aveva appena due mesi, quindi i primi quattro anni della sua vita li ha vissuti in Irpinia tanto che aveva imparato qualche parola in dialetto. L'esperienza in biancoverde è stata molto positiva, anche se quella retrocessione in B grida ancora vendetta, come la traversa che ho colpito contro l'Inter: la palla rimbalzò in campo e Grasso la spedì fuori. Ci furono delle cose strane, come la partita di Como, secondo me volevo farci retrocedere. Ma ormai è acqua passata e ricordo con affetto tanti amici avellinesi. Ivic? Uno dei migliori allenatori venuti in Italia. Era un martello, ci seguiva fino in camera con il suo taccuino, ognuno sapeva cosa fare in campo, era un po' come Sacchi. Di gol ne segnavo pochi, ma i due alla Juventus e quello che segnai alla Roma con la Lazio mi hanno fatto vivere di rendita a lungo. Ero bravo sulle punizioni, il mio punto forte assieme alla velocità. Sento ancora qualche vecchio compagno come Garuti, Murelli, Colomba, Di Leo, Rossi, sia telefonicamente che su Facebook, ma con altri ho perso i contatti. Di rimpianti ne ho solo uno. L'ultimo anno ad Avellino mi voleva l'Inter, ma non sapevano con chi parlare perché era successo il patatrac di Graziano. Allora presero Bianchi dal Cesena e vinsero lo scudetto l'anno dopo. Io in Nazionale? Beh ora non esageriamo. Di difensori tosti ne ho affrontati, Vierchowood era uno che dava certe legnate, ma pure noi avevamo Romano che non si tirava indietro. Mi sto organizzando per tornare ad Avellino, appena finisce tutto, magari incontrerò Di Somma, non lo sento da parecchio".

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Gio 02 aprile 2020 alle 16:20
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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