Nel corso della sua intervista a La Casa di C, Giovanni D'Agostino ha parlato anche di tifosi, del voto a Matteo Marani e del sogno Serie A: "Non bisogna farsi condizionare dai social. Ultimamente c’è un silenzio disarmante perché le cose vanno bene. Evidentemente le persone sono contente e non hanno bisogno di sfogare le proprie frustrazioni sull’Avellino. Almeno credo, me lo spiego così. Lo spero. Resta, però, del parere che bisogna seguire i social perché sono un termometro dell’umore della piazza. Possono aiutare a capire gestire meglio determinate situazioni. I social vanno usati con criterio, magari per farsi una risata o divertirsi come fanno i nostri calciatori.

Con il presidente Marani parlammo a Milano. Si presentò con grande umiltà, anche se non aveva bisogno di presentazioni, spiegandoci il suo programma. Lo abbiamo scelto, innanzitutto, per la sua grande cultura. Abbiamo votato anche per Zola e Spezzaferri vice presidenti. C’è tanto da lavorare. Oggi la Lega Pro non funziona. Sessanta squadre sono troppe e c’è troppa differenza economica, finanziaria e di gestione.

Prendiamo ad esempio il minutaggio con cui si sostiene quasi 70 per cento dei club. L’altro 30 per cento, che punta a vincere il campionato e ad arrivare nei playoff ne fa a meno perché deve puntare sull’esperienza ed è difficile vincere tenendo quattro under insieme in campo contemporaneamente per raggiungere la soglia dei 271 minuti. Eppure i giovani sono la chiave per dare valore al parco calciatori delle società. Bisogna abbassare la soglia per accedere al minutaggio perché quei soldi tornerebbero utili, in termini di sostenibilità, anche per ridurre i costi. Soprattutto per chi continuerà la stagione ai playoff e non solo per i club che puntano a salvarsi.

Noi portiamo avanti la Lega Pro. La possibile soluzione? Rispolverare la Serie C1 e la Serie C2 o orientarsi sulla formula della B1 e della B2 d’Élite con 30 squadre a testa selezionate con vari parametri, diversi da quelli attuali.

La A oggi per l’Avellino è una lettera. Un sogno che per adesso resta tale. La dimensione a cui ambire è la Serie B. Dobbiamo puntare alla Serie B e a consolidarci in B. Poi, come dice Benigni, chi sogna arriva prima di chi pensa, ma bisogna evitare di alimentari entusiasmi illusori. Senza strutture, programmazione, per cui abbiamo posto le basi, valorizzazione dei giovani è difficile pensare a più della Serie B. Prima di tutto bisogna creare valore. Ci arriveremo noi o un’altra proprietà? La piazza lo merita, ma tra il dire e il fare...”.

Sezione: Focus / Data: Sab 11 febbraio 2023 alle 10:18
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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