L'ex centrocampista dell'Avellino, Alessandro Sbaffo, ha parlato ai microfoni de Il Mattino, dopo l'eliminazione dai playoff per mano del Gubbio di Braglia. Sbaffo ha giocato gli ultimi 5 mesi con Giuseppe Guadagni, che a fine stagione rientrerà all'Avellino per fine prestito: «Peppe ha delle grosse qualità. Per me ha la strada tracciata. Mi ricorda Verde, Falco: quel tipo di giocatori lì. È bravissimo nello stretto, nei dribbling, e quando calcia in porta fa male. Guadagni ha quel talento da strada che mi piace e che è sempre più raro trovare. La Recanatese gli ha fatto bene. È arrivato qui che aveva giocato pochissimo, si è conquistato immediatamente una maglia da titolare e non l’ha mai persa. Trovare continuità era per lui fondamentale, passare un anno in panchina non gli avrebbe fatto bene. Deve imparare a giocare di più con i compagni, ma ci sta nel percorso di crescita. Lo seguirò con affetto. È un bravissimo ragazzo ed è migliorato anche a nei comportamenti. Può ambire a una carriera ad alti livelli: va solo aspettato, compreso e voluto bene.

Da semplice osservatore esterno mi sembra che ad Avellino ci sia un po’ di confusione, che si scelga senza riflettere. Non si può prendere delle decisioni perché la piazza ha fretta di qualcosa, come se fosse un’entità suprema. Cambiare allenatori, giocatori o fare colpi onerosi a gennaio per assecondare le pressioni è sbagliato. Se non programmi non vai lontano. Non bastano pochi mesi per ritenere un progetto valido o meno. In questa situazione non sarà facile neppure per Rastelli trovare la serenità e gli stimoli per lavorare, ma pochi come lui conoscono bene l’ambiente e le sue dinamiche. Sarà faticoso per il clima che si è creato, ma credo che sia la persona giusta per mettere ordine. L’unico modo per ottenere risultati è il rispetto dei ruoli, dare fiducia. Che senso avrebbe mandare via Rastelli in fretta e furia? Gli auguro di riscattarsi trionfando.

De Vito? Ho letto della risoluzione del contratto e mi fa specie. De Vito è uno che di calcio ne capisce. Un’altra dimostrazione che il problema è l’approccio. Ad Avellino la società deve iniziare a dimostrare di avere pazienza e la forza di non lasciarsi condizionare. Un’annata negativa non cambia la tradizione dell’Avellino. Non lo scopro io che l’entusiasmo ad Avellino può diventare contagioso ed è una delle chiavi da cui ripartire. Certo, poi serve gente da Avellino: come Castaldo, D’Angelo, giusto per citarne alcuni. All’epoca avevamo un gruppo forte di campani che spostava gli equilibri, De Vito era presente, Rastelli carismatico e il presidente Taccone, da semplice appassionato, contribuiva a creare armonia ed empatia tra le varie componenti. Quando giocavamo al Partenio sentivi che qualcosa cambiava, abbiamo vinto partite contro squadre di cui eravamo palesemente più deboli. Pioggia, freddo e si battagliava. Sono convinto che questo spirito guerriero covi ancora come cenere sotto la brace».

Sezione: Focus / Data: Sab 13 maggio 2023 alle 09:29
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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