Dopo 3 anni l'Avellino tornerà a giocare una gara di Coppa Italia Nazionale. Era esattamente l'estate 2017 quando l'Avellino giocava l'ultima volta nella Coppa Nazionale. Era il 13 agosto 2017 quando i lupi, guidati da Novellino, persero 3-1 con il Verona e da allora non hanno più disputato la Coppa Italia. La gara è ricordata anche per il record di Castaldo che con il gol segnato, superò Biancolino come miglior marcatore nella storia dell'Avellino, arrivando a 57 reti. 

Dopo 3 lunghi anni, dove ne sono accadute di tutti i colori, i lupi tornano quindi in Coppa Italia. Il 23 settembre si andrà in Brianza, sul campo del Renate, una squadra che nelle ultime stagioni ha alzato l'asticella dei propri obiettivi ed è una compagine da non sottovalutare. 

A parlare della gara, ai microfoni di Radio Punto Nuovo, è stato l'allenatore dei lombardi, Aimo Stefano Diana, ex esterno di Palermo, Sampdoria e Brescia tra le altre e della Nazionale, con cui vanta 13 presenze e 1 gol. 

Diana ha parlato della condizione dei suoi giocatori e di tanti temi in vista della sfida con l'Avellino.

Queste le sue parole: "Noi stiamo bene, abbiamo iniziato il 18 agosto la preparazione, stiamo lavorando con regolarità, per ora nessun problema con tamponi e test sierologici. Sul mercato stiamo messi bene, mancano un paio di elementi per completare la rosa, ma devo dire che siamo avanti sulla tabella di marcia. Abbiamo fatto si due amichevoli, ne avremmo dovuto fare altre 3-4 ma sono saltate per via delle norme anticovid. Ne abbiamo un'altra da fare sabato, poi vediamo di farne un'altra magari prima della Coppa Italia. L'Avellino? Sappiamo che non è una squadra al completo ad oggi, è un cantiere aperto ma credo che fino alla nostra partita verrà completato l'organico o al massimo potrebbe mancare giusto qualche dettaglio. Ovviamente conosco mister Braglia, che è un top player per la categoria, ha vinto tanto, basta il suo nome per poter dire che il progetto in Irpinia è vincente. Conosco qualche giocatore, sia che c'era l'anno scorso che di nuovi quest'anno. Per il resto non conosciamo nulla: il modulo, gli schemi, tante cose che magari in queste settimane avremmo modo di percepire. L'unica cosa che posso dire è che l'Avellino in ogni modo dovrà fare una grande squadra, sia per il blasone della piazza, che per il girone C che è durissimo e non farsi trovare pronti può essere pericolo, soprattutto con tutte le squadre che ci saranno quest'anno. Conosco quel girone sulla mia pelle e so quanto possa essere duro. Dal canto nostro è un progetto che si migliora anno dopo anno. La scorsa stagione siamo finiti terzi, mi sento però di non aver finito un progetto. Il nostro sistema di gioco? Io mantengo una difesa a 3 come lo scorso anno quando abbiamo giocato col 3-5-2. Quest'anno vorrei un trequartista in più e dare maggiore offensività alla squadra quindi vorrei proporre un 3-4-1-2. L'Avellino troverà una bella squadra, abbiamo uno zoccolo duro di 11-12 elementi della scorsa stagione, quindi anche ben collaudati. Abbiamo la politica del minutaggio, quindi puntiamo a far crescere tanti giovani in prestito e siamo una società piccola ma che cresce anno dopo anno e non vuole porsi limiti". 

Diana ricorda qualche sfida al Partenio: "L'Avellino l'ho affrontato una volta, quando giocavo nel Lumezzane a fine carriera nel 2011-12 e ho perso. Poi sono venuto spesso al Partenio da allenatore, quando ero al Melfi ricordo che venivo spesso data anche la vicinanza e venivo ad osservare qualche ragazzo e devo dire che il pubblico del Partenio è decisamente un bel vedere. Poche piazze hanno qualcosa del genere e non parlo di Serie C, ma di tutti i campionati. Peccato che per ora non si possa ancora parlare di pubblico allo stadio, sarà una stagione travagliata, sotto tanti punti di vista. Io spero che facciano entrare poco alla volta i tifosi negli stadi. Anche perchè la presenza o meno dei tifosi, fa cambiare anche i parametri delle difficoltà di una partita o di un campionato. Faccio un esempio, una cosa è giocare al Partenio con 10.000 persone, una cosa è giocare con uno stadio simile vuoto. Inoltre la presenza dei tifosi garantirebbe anche innesti economici. Io ad esempio ho calcolato come senza tifosi e introiti dei botteghini, noi al Renate, perdiamo una cifra di due ingaggi di calciatori e se ci mettiamo il costo dei tamponi iniziamo a pensare che l'esborso inizia ad essere alto e per tanti club, specialmente in Lega Pro, è davvero anche insostenibile". 

Sezione: L'Avversario / Data: Mer 09 settembre 2020 alle 15:12
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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