Giorgio Lugaresi, presidente del Cesena, getta la spugna: i bianconeri sono ad un passo dal fallimento. Il massimo esponente del sodalizio romagnolo ha scritto una lettera, pubblicata da TuttoSport nella quale punta l'indice contro chi non ha dato una mano al Cesena e chiede scusa alla gente e alla sua famiglia per i soldi sperperati e per non essere stato in grado di salvare la società, rivelando di essere pronto a sucidarsi.

Riportiamo di seguito uno stralcio della lunga lettera: "Quando leggerete questo scritto io sarò morto. Normalmente chi si suicida, lo fa in stato confusionale e magari lascia un foglietto di scuse soprattutto alla famiglia. Io invece ho pensato a questo gesto già da molto tempo perché non essere riuscito a salvare il Cesena per me è una sconfitta insopportabile e preferisco sparire per sempre pagando con la vita. Molte persone a me care rimarranno senza lavoro. A mia moglie Francesca e mio figlio Michele le banche porteranno via la casa. Ogni mio bene immobiliare finirà all’asta. E molti dei soci che sono sempre stati contestati dagli Ultras, perderanno molti soldi e proprietà. Ero certo che con la ristrutturazione del debito ci saremmo messi a posto per sempre e me ne sarei potuto andare in modo leggero. Sono rimasto molto deluso dal sindaco Paolo Lucchi, perché a fronte di promesse iniziali per aiutarmi a coinvolgere i più importanti imprenditori della nostra zona, dopo essere stato rieletto col secondo mandato, si è dileguato completamente. La persona più insensibile e che spesso mi ha illuso, ma nei fatti non ha fatto proprio nulla, è Nerio Alessandri di Technogym. Con l’Azienda che ha avrebbe potuto “con un battito di ciglia” toglierci da guai. Un’altra Azienda che mi aveva promesso aiuto, ma poi non ha fatto proprio nulla è Amadori. Ho avuto più incontri e anche colloqui telefonici con Francesca e Flavio Amadori, ma oltre a grande attenzione e alcune promesse, il Cesena non ha ricevuto nulla. Igor Campedelli ha ingannato me, i suoi famigliari, tutta Cesena. Christian Dionigi è stato un preziosissimo collaboratore e lo abbraccio forte. Lui forse aveva capito che mi sarei ucciso. Uccidersi io lo vedo come un atto d’onore nei confronti della mia personale sconfitta. Un atto dovuto. Verrò dimenticato in fretta dal mondo dello Sport. Le mie ceneri mi piacerebbe venissero sparse in Lapponia svedese e in parte messe insieme a Donatella che è stata mia moglie per 32 anni". 

Sezione: Le altre di Serie B / Data: Mer 20 giugno 2018 alle 17:08
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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