Che succede all'Avellino? Quella squadra brillante che nel girone di andata ha stupito tutti, chiudendo terza a 37 punti, e che nel girone di ritorno ha collezionato solo 11 punti in 13 giornate? Proviamo ad analizzare il momento biancoverde e capire cosa non sta girando in queste ultime partite. Detto dello straordinario girone di andata, va ricordato che questa squadra non ha mai subìto cali, fisiologici in ogni squadra di calcio. Lo stesso Rastelli in tempi non sospetti lo aveva preannunciato: "Ora ci va tutto bene, non fasciamoci la testa quando poi ci sarà un momento di calo". E in campo si vede, l'Avellino sembra essere a corto di fiato, i 14 gol subìti negli ultimi 15 minuti del secondo tempo (ben il 40%) ne sono un segno evidente. Anche contro il Brescia la squadra si è smontata lentamente nella ripresa, subendo la rete della sconfitta a tre minuti dalla fine. Eppure la gara non era iniziata male, vedi il palo di Castaldo, ma quante volte in questo campionato i Lupi si sono fatti rimontare nel finale? E' finita la benzina o semplicemente si è esaurita la scia d'entusiasmo seguita alla promozione dello scorso anno, alimentata dai primi risultati di avvio campionato?

Dispiace che il calo fisico si sia manifestato proprio ora, nel momento più bello, quando c'è bisogno dello sprint decisivo per i playoff. Fortuna che questo campionato è altamente equilibrato (e forse anche un po' mediocre) e quindi, nonostante tutto, l'Avellino resta ancora aggrappato al treno playoff. Non che gli spareggi promozione siano una necessità vitale, anzi forse proprio il raggiungimento della salvezza potrebbe aver dato alla squadra un senso involontario di "sazietà", inconscio perché crediamo ai calciatori quando dicono che non sono affatto appagati da questo campionato, ma quando raggiungi il principale obiettivo stagionale con dieci giornate di anticipo può essere naturale un lieve rilassamento.

Ma proprio per quanto dicevamo prima, ovvero che sarebbe davvero un peccato tirare i remi in barca a questo punto gettando via un campionato condotto sempre nelle prime posizioni, è auspicabile recuperare quanto prima le forze e dare tutto per entrare nelle prime otto. E poi quel che succede succede. L'Avellino non parte comunque favorito per il salto di categoria e forse non è neanche attrezzato per la A, ma darebbe un ulteriore senso di appagamento, a dirigenza, tifosi e calciatori, disputare gli spareggi promozione da matricola. Tutto è ancora possibile, e il ritorno di immagine sarebbe notevole per la società, che potrebbe diventare appetibile per nuovi calciatori il prossimo anno per costruire una squadra ancor più compatta, e per gli stessi calciatori che avrebbero ben più appeal in fase di mercato.

Un traguardo che è interesse di tutti insomma, ora sarà compito dello staff tecnico lavorare sul gruppo per gestire al meglio la fatica, anche in vista dell'eventuale coda playoff: giocarli in queste condizioni vorrebbe dire uscire subito. Occorre un rapido cambio di mentalità e ragione in vista di un nuovo obiettivo, affascinante e ambizioso, che da solo dovrebbe dare motivazioni extra. A cominciare da giovedì, quando sul campo della Juve Stabia bisognerà assolutamente far risultato in un derbyu sentitissimo e che i tifosi non vorranno assolutamente perdere.

Sezione: Copertina / Data: Lun 14 aprile 2014 alle 14:30
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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