Giuliano Capobianco e quell'aggressione verbale subita sabato a Venticano continuano a far parlare. Lo stesso protagonista, cui sono arrivati messaggi di vicinanza anche da Ghirelli, ne ha parlato a diverse emittenti e lo ha fatto anche al Corriere dello Sport. "Mi ha urlato: ti taglio la testa. E poi l’ha ripetuto dopo, ed altri l’hanno sentito e me lo hanno riferito - ha raccontato -. Bisognava metterci un punto, perché in due-tre anni ne sono successe... Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso e minimizzare non si può, né si deve. Non voglio sentirmi vittima, non interpreto certo il ruolo da carnefice, ma è necessario fermarsi a riflettere, tutti, genitori compresi, affinché si viva diversamente questa stagione della vita dei loro figli. Ce ne dicono di tutti i colori, perché saremmo colpevoli di lasciare troppo spazio a giovani calciatori che vengono da altre città e rubando quindi possibilità per i ragazzi di Avellino. Ma il calcio nel Terzo Millennio, in una società del genere, non può restare confinato dentro schemi antiquati; né ignorare la meritocrazia. In campo ci vanno i più bravi, gli allenatori hanno la sacrosanta libertà di scegliere in autonomia".

Intanto ieri il dirigente è andato alla Digos per denunciare l'accaduto. E sulle voci di un padre che "sponsorizzerebbe" l'utilizzo del figlio precisa: "Resto nauseato dinnanzi a certe illazioni. Sono tre anni, da quando c’è questa nuova gestione, che siamo proiettati a ricostruire il settore giovanile. Da noi non esistono contributi economici, mazzette, intrugli ma solo la passione di fare qualcosa per il territorio. Il premio è il campo. Io voglio comprendere l’amarezza di un padre, ma certe vicende non possono accadere. Si può sbroccare, arrivo persino a pensare questo, ma qui invece si sono toccati livelli inaccettabili".

Sezione: Focus / Data: Mer 05 ottobre 2022 alle 11:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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