Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli ha parlato oggi a Tuttosport della possibile rivoluzione in C dopo la sentenza del Consiglio di Stato, attesa per domani dopo il ricorso di Teramo e Campobasso. "Ho grande rispetto per uno dei più alti livelli della Giustizia italiana - ha detto Ghirelli - e so che quel che deciderà avrà ripercussioni non solo per tutte le categorie calcistiche, ma per l’intero sport italiano. C’è un rischio. Se si stabiliscono criteri discrezionali nell’ammissione delle società ai campionati, può cambiare tutto il sistema. 

I due casi sono diversi. Al Campobasso è stata riconosciuta una sentenza alla quale il Teramo si è accodato. Io mi auguro che prevalga la valutazione della regola relativa anche alla situazione fiscale di una società che indica la sostenibilità del club. Dopo di che, quel che sarà la sentenza, io non potrò fare che come Garibaldi a Teano e rispondere “obbedisco”. 

Venerdì si riunirà il Consiglio Direttivo, valuterà la situazione e prenderà in considerazione gli eventuali cambiamenti nella composizione dei gironi. Nel caso si arrivi a una C a 61 con 21 società in un girone sarebbe un danno che si aggiunge per l’aumento dei costi". 

Sulla riforma dei campionati: "Gravina ha fissato alcune tappe, è una riforma che serve alla C ma anche a tutto il calcio italiano, alla crescita dei giovani che possono arrivare in azzurro e anche noi contribuiamo a quei 70 giocatori nazionabili che magari iniziano a formarsi da noi. E’ una riforma che deve restituirci competitività. Che cosa manca? Un’idea di sistema. Perché vada in porto, ognuno deve cedere qualcosa, da qui si deve partire. Se uno dalla riforma si aspetta un aumento delle promozioni e una riduzione delle retrocessioni, non ci siamo. Noi come Lega Pro abbiamo la mission di formare i giovani, anche se sappiamo che non è una cosa che abbiamo in esclusiva. Ma ci servono risorse, perché i giovani li formi se ci sono le strutture adeguate e hai qualificato i maestri, che non sono solo gli allenatori. Si deve perdere l’egoismo di ognuno di noi perché si rischia una crisi del calcio ancora più grave di quella attuale. Bisogna porsi delle domande sul futuro. Ad ora le ricerche ci dicono che non c’è la prospettiva di riagganciare i giovani della Generazione Z che vedono nel calcio soltanto noia per 90’, privo d’interattività. Anche a questo deve guardare la riforma, qui si gioca il futuro del calcio, rischiamo il rinsecchimento. E dobbiamo anche misurarci con i successi che stanno raccogliendo nuoto e atletica, da cui si può imparare. 

Una C d’élite, una sorta di B2 che raccolga le piazze più prestigiose della Lega Pro? Ne parleremo quando si aprirà la discussione. Ma una riforma potrà andare in porto se si accetta di discutere di tutti gli aspetti. E si deve valutare sempre la sostenibilità economica". 

Sezione: News / Data: Mer 24 agosto 2022 alle 10:15
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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