Il portale tuttob.com ha elaborato la Flop 11 del campionato cadetto 2013/2014, in cui figurano i giocatori che più hanno deluso. In questa speciale formazione c'è anche Romulo Togni che lo scorso luglio era arrivato ad Avellino come l'acquisto più importante del mercato, ma complice anche alcuni infortuni, ha molto deluso la piazza.
(3-4-3)
LAMANNA (Siena): Trentanove presenze per il numero uno del Siena, trentanove i gol subiti. Al di là del dato, suscettibile di ulteriori riflessioni, non ha convinto il suo rendimento stagionale. Parso troppo spesso insicuro, tanto da guadagnarsi la scomoda etichetta di 'anello debole' dei bianco-neri. Il 25enne portiere prelevato dal Bari nella scorsa sessione del mercato estivo, ha deluso le aspettative e tradito le speranze di chi sperava potesse ripetere le apprezzabili gesta messe in mostra nel capoluogo pugliese. L'età, tuttavia, è dalla sua parte: classe '89, Lamanna ha ancora del tempo per rifarsi; considerando, soprattutto, che i portieri danno il meglio dai trent'anni in su. Rimandato.
ALMICI & BENEDETTI (Padova): Annata da dimenticare, per il Padova. La retrocessione giunta nell'impotenza generale, di una squadra che mai, durante la stagione, ha dato l'impressione di poter raggiungere la salvezza. Alla fonte della disfatta, una retroguardia fragile: dispiace investire due giovani di gravi responsabilità che, inevitabilmente, andrebbero ripartite con il resto della squadra. Ai due centrali si chiedeva, tuttavia, il definitivo salto di qualità; Benedetti, in prestito dall'Inter e figlio d'arte, e Almici, in prestito dall'Atalanta, mai sono stati all'altezza della situazione. Spesso in balia degli avversari, hanno pagato il pegno dell'inesperienza in una piazza infelice, devastata dal dramma della retrocessione.
CONTINI (Juve Stabia): Accanto al tandem di giovani promesse- per ora- non mantenute, un volto noto del calcio italiano. Patron Manniello voleva farne la colonna portante della retroguardia stabiese quando, nella scorsa sessione di mercato, l'aveva prelevato in prestito dall'Atalanta. Il centrale varesino avrebbe dovuto, stando alle intenzioni della società, guidare le 'vespe' alla salvezza, dall'alto della sua esperienza. A 34 anni, Contini è l'esempio che, a volte, l'esperienza non basta: un giocatore irriconoscibile rispetto alle passate stagioni con le maglie di Atalanta e Siena. Malissimo nel girone d'andata; un po' meglio nel girone di ritorno, quando è cresciuto in termini di rendimento. Nonostante la ripresa, il centrale non è valso l'investimento tecnico ed economico. In calo.
TOGNI (Avellino): Arrivato in terra irpina il 2 luglio del 2013, il regista brasiliano si è reso protagonista di una stagione da incubo. Complice un infortunio alla fine dell'estate, ha collezionato soltanto tredici presenze e una copiosa dose di fischi. Il feeling col 'Partenio' non è mai sorto, e per l'indole esigente del pubblico campano, e per l'inconsistenza del rendimento del talento carioca. A Pescara, nella scorsa stagione, aveva convinto la dirigenza bianco-verde a puntare su di lui, salvo poi trascorrere la maggior parte del tempo in infermeria. Rastelli ha già fatto sapere alla dirigenza la sua volontà di inserire Togni nella lista dei partenti, nonostante un contratto triennale. Sul centrocampista è forte l'interesse del Perugia e l'addio sembra l'epilogo più probabile.
PASQUATO (Padova): Il tracollo patavino non si arresta alla retroguardia; come ovvio, il resto della squadra ha deluso. In prestito dall'Udinese, Cristian Pasquato era stato indicato, all'inizio dell'anno, come uno tra i calciatori maggiormente rappresentativi del Padova. Ci si aspettava lecitamente che trascinasse i veneti alla salvezza; in trentasette presenze, invece, l'ex Lecce e Bologna ha siglato soltanto sette gol. Un bottino poco consistente per un calciatore che, in B, avrebbe dovuto trovare l'ambiente ideale per una consacrazione mai avvenuta. Classe '89, Pasquato non è più un giovanissimo e il rischio di aver intrapreso la fase calante della sua carriera è quantomai concreto.
LAZZARI (Novara): Direttamente da Novarello, un flop di proporzioni notevoli. Non è impresa semplice, in una realtà interamente deludente come il Novara, fare un nome che metta tutti d'accordo. La nostra scelta ricade, dunque, su un giocatore dal quale tutti- tifosi e addetti ai lavori- si aspettavano qualcosa in più. Bene, nella prima parte di stagione; male, da gennaio in avanti, di pari passo con la formazione piemontese, lentamente risucchiata dalle sabbie mobili della retrocessione. Non hanno aiutato, in chiave di rendimento, le voci insistenti di mercato che volevano Flavio Lazzari in Serie A. Non è casuale che il calo del centrocampista sia coinciso con il mercato di riparazione. La retrocessione in Lega Pro, alla fine, è giunta; un fatto di cronaca che lascia perplessi e interdetti. Lazzari è il simbolo di una formazione che, vittima della sua stessa vanità, è scivolata in un baratro senza fine.
LORES VARELA (Palermo/Bari): Il pupillo di Gennaro Gattuso ha seguito un percorso quasi analogo a quello del suo primo estimatore. Prestato al Bari dal Palermo nel mercato di riparazione, la speranza era che in terra pugliese esplodesse definitivamente. Eppure, nemmeno in un ambiente come quello barese, Lores è riuscito a lasciare il segno. Poche, le apparizioni in bianco-rosso; molte volte, Varela è subentrato a gara in corso ma, in generale, mai ha dato l'impressione di poter spostare gli equilibri. Acquistato tre anni fa dal Palermo dal Defensor Sporting, poi un anno di peregrinazione in Europa, salvo il ritorno in rosa-nero nel luglio 2013; a gennaio, un'altra cessione in prestito. Il suo futuro sembra lontano dalla Sicilia, probabilmente verrà ceduto nel mercato estivo; lascia l'amaro in bocca, tuttavia, che un talento come quello uruguaiano non abbia mai trovato la giusta espressione nel nostro paese. Lores è sempre più lontano...
CORVIA & CARACCIOLO (Brescia): Il Brescia contava di partire con una marcia in più, con una coppia d'attacco di sicura affidabilità. Corvia e Caracciolo, invece, rappresentano tutto ciò che non è andato nella stagione anonima dei lombardi. Per il primo, sedici presenze e quattro reti; un infortunio rimediato a settembre al ginocchio destro che ne ha limitato la continuità. Per il secondo, un bottino decisamente più consistente, con diciotto reti in trentadue presenze. I numeri, però, non ingannino: la coppia di attaccanti non ha trascinato il Brescia ai traguardi che competevano ai bianco-blu; l'avvicendamento di cinque allenatori in panchina, poi, non ha favorito la continuità del progetto tecnico. Se per Corvia si prospetta la permanenza a Brescia, Caracciolo potrebbe lasciare il suo 'nido' calcistico e volare altrove, magari al Palermo di Iachini. I tifosi non hanno perdonato la stagione grigia dei loro beniamini, di C & C in primis.
ROCCHI (Padova): Che dire, di Tommaso Rocchi? Arrivato dall'esperienza all'Inter, al Padova speravano di poter ambire, grazie al suo contributo, a obiettivi più importanti di quello- pure sfumato- della salvezza. Rocchi non è mai stato all'altezza, a causa di un declino fisico evidente. L'ex Lazio e Inter è stato addirittura accantonato, in alcuni match, dal tecnico Serena. Un calciatore che ha smesso di dare garanzie ormai da tempo e in un ambiente come quello patavino, non ha saputo emergere. Il primo gol è stato siglato sul finire di gennaio e questo la dice lunga sullo stato di forma del centravanti trentaseienne. Probabilmente, non è più il tempo di Rocchi.
ALL. AGLIETTI (Novara):Esonerato, richiamato, esonerato nuovamente: questa, la sintesi dell'avventura del tecnico ex Empoli sulla panchina azzurra. Incapace di conferire la personalità e il gioco alla squadra, immobile in un modulo sempre uguale e mai realmente efficace. Il Novara non è mai parso in grado di ottenere la salvezza; come ribadito, le credenziali della squadra piemontese erano tali da puntare a obiettivi d'alta classifica. Il tracollo, in tal senso, è inspiegabile; la guida tecnica doveva essere un valore aggiunto. E' stata, invece, un punto debole; l'ennesimo in un gruppo di fragili equilibri. Di conseguenza, Aglietti sembra sia l'uomo giusto per guidare la formazione flop della stagione 2013-2014.
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