Nel corso di MITI, andato in onda ieri sera su Prima Tivvù, Raffaele Biancolino ha raccontato la sua storia con l'Avellino: "Ricordo la prima volta che mi hanno cercato, ero al Chieti e il giorno dopo dovevo giocare contro l'Avellino. Potevo andare anche al Benevento. Ricordo che in campo i giocatori biancoverdi mi dicevano di andare piano perchè avrei giocato con loro pochi giorni dopo. Al termine della partita Casillo mi chiese se volessi far parte di quella squadra e io accettai subito". Crotone: "Il mio primo successo, la prima promozione. E' stato fantastico, emozioni incredibili nel vedere una città intera che si spostava in un'altra città". Con Zeman: "Non è mai scoccata la scintilla, ho un carattere forte e quando ci sono delle regole che per me non sono giuste non riesco ad accettarle". Le gare contro il Napoli: "Feci gol in campionato e l'esultanza mi costò qualche grattacapo coi tifosi napoletani, ecco perchè nei playoff non esultai. Non abbiamo mai avuto paura di perdere quella partita perchè onestamente eravamo veri uomini, delinquenti da campo". Il ritorno nel 2007: "Rientrai contro la Juve Stabia dopo un infortunio e feci doppietta. Da allora non mi sono più fermato. Con Grieco ed Evacuo mi trovavo benissimo. 26 gol, fu la stagione più bella della mia carriera culminata in una promozione fantastica col Foggia. Ricordo che non riuscivamo a segnare mentre la gente già scendeva in campo. Pensavo se non vinciamo dove scappo?. Per fortuna Rivaldo realizzò quel gol pazzesco che ci diede il via libera per la festa".

La parentesi Salerno calcio: "Avevo avuto tanti contatti con l'Avellino, solo promesse e mai concretezza. Ho provato fino all'ultimo a tornare, lo chiedevo ai dirigenti, ma zero. Allora accettai la chiamata di Lotito, fu più che altro un dispetto, come quando sei troppo innamorato della tua ragazza che non ti vuole e vai con la sua migliore amica. Ma a Salerno hanno sempre saputo della mia appartenenza ai colori biancoverdi". 2012/13, ritorno ad Avellino con Rastelli in panchina: "Tornai grazie a Taccone e De Vito e i tifosi mi contestarono. Lo sapevo e me lo aspettavo, ma alla fine ho vinto sul campo e ho riportato l'Avellino in Serie B realizzando 10 reti. In quella stagione non mi interessava segnare, volevo solamente ottenere quel traguardo e riprendermi la mia gente". L'anno successivo: "Ho avuto poco spazio perchè guardavano la carta d'identità. E questo non è giusto secondo me". La sfida alla Juventus e il mancato ingresso: "Credevo di meritare almeno 5 minuti per quello che avevo fatto con l'Avellino, mentre hanno giocato persone che con tutto il rispetto non avevano fatto niente. Dopo quel momento ho cancellato tutto ciò che di buono avevo fatto. Del calcio non volevo sapere più nulla, non mi interessava più di niente. Era finita". Il Biancolino dirigente: "Ho collaborato due anni con l'Avellino, mi è piaciuta l'esperienza, peccato per come è finita, perdere la B in quel modo è stato assurdo". Il consiglio ai giovani: "Di crederci sempre e di avere fame, perchè il treno passa una volta sola".

Sezione: Copertina / Data: Mar 18 giugno 2019 alle 14:30
Autore: Forza Lupi
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