Ospite di "Un lupo in famiglia" su Prima Tivvù, Alberto Dossena, difensore dell'Avellino, ha parlato di diversi temi, della trattativa che l'a portato ai lupi e di come si sta trovando agli ordini di Braglia. 
Queste le sue parole: "La trattativa è stata rapida. Dal momento che ho saputo di questo interessamento dell'Avellino subito ho detto di si. E'una piazza importante, ho esordito proprio ad Avellino 4 anni fa in Serie B (Avellino-Perugia 0-5) e ho sempre ammirato il calore di questa piazza. Sono contento di far parte di questa squadra e di questo gruppo". 
Possibile partenza a gennaio: "Le voci di mercato ci sono sempre, ma erano solamente delle chiacchiere. Io stavo bene, sono arrivato in ritardo senza aver fatto la preparazione. Io sono sempre stato sul pezzo, è da inizio anno che dò il massimo e cerco di farmi trovare pronto quando vengo chiamato in causa". 
L'esperienza all'Alessandria: "L'anno scorso per me è stato un anno molto importante, mi sono trovato in una squadra forte, con tanta gente motivata e che mi ha dato tanta esperienza. E' stato un anno importante, spezzato purtroppo dal Covid. Ma anche alla Pistoiese l'anno prima ho fatto una buna stagione". 
Il settore giovanile dell'Atalanta: "E' uno dei settori giovanili più importanti d'Italia, che ha cresciuto tanti giovani, è organizzato alla grande. Io ho fatto allievi e due anni di Primavera. Quello che colpisce è la serietà, che fa crescere seriamente i ragazzi. E' uno dei migliori insieme a quello dell'Inter, del Milan, Roma, Juve". 
L'esordio a Perugia al Partenio: "Lo ricordo benissimo, avevo 18 anni, esordire in uno stadio enorme come il Partenio, calorosissimo, noi eravamo in emergenza totale. E' stato stupendo, poi la partita andò alla grandissima, vincemmo 5-0. Al termine di quella gara ricordo che avevo dentro di me qualcosa di importante, la consapevolezza che potevo stare nel calcio che conta". 
Prima esperienza al Sud: "Rispetto agli altri gironi è un calcio più fisico, più basato sull'irruenza e sul calore delle piazze, anche se quest'anno stiamo giocando senza tifosi, ma mi accorgo dai pochi addetti ai lavori sulle tribune, che ci sono ambienti incredibili. Negli altri trovi magari squadre più tecniche ma partite meno sentite. E' un'esperienza che certamente ci farà crescere molto". 
Il calciatore a cui si ispira: "Ce ne sono tanti, mi piacevano giocatori aggressivi, i vari Materazzi, Chiellini. Gente cattiva, tra virgolette, sempre sul pezzo, che ti morde sempre dal 1' al 90'. Il ruolo del difensore con il VAR sta cambiando molto, sta snaturando il ruolo. Rispetto al passato è cambiato tutto, è uno svantaggio notevole". 
Difesa a 3 o a 4: "Cambia ovviamente, perchè a 3 hai dei ruoli, a in una difesa a 4 quindi con 2 centrali, meno. Io mi reputo bravo in marcatura ma anche in impostazione me la cavo. Ho giocato in Primavera e agli Allievi con Bastoni dell'Inter, si vedeva già che aveva una marcia in più. Un ragazzo d'oro, molto forte, lo sento ancora spesso". 
La famiglia: "E' stato mio padre ad indirizzarmi al calcio da piccolo, la famiglia mi ha sempre seguito, mi hanno dato davvero tanto anche quando magari io non ci credevo". 
L'allenatore che più l'ha condizionato: "Ogni allenatore ti lascia qualcosa, ma un ringraziamento lo devo a Bucchi perchè mi ha fatto esordire lui, ma anche per gli insegnamenti fatti. Braglia stesso mi insegna tanto, è un martello, è un simpaticone ma fa lavorare bene. Lo stesso Breda mi ha dato tanto. Braglia mi martella sul fatto che devo fare passi più brevi ma essendo alto 1.90 m, spesso  ho qualche problema in più". 
Su Covid: "Si ora anche Brescia è una delle province più colpite, purtroppo è difficile, bisogna andare avanti, e speriamo che i vaccini arrivino presto". 
Il carattere: "Sono un ragazzo che vuole star tranquillo, non amo strafare, amo le cose tranquille, e non mi piace fare il salto più lungo della gamba". 

Sezione: Copertina / Data: Gio 18 marzo 2021 alle 17:03
Autore: Marco Costanza
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