Tony Giammarinaro è uno di quei personaggi che resterà sempre nella storia dell'Avellino. Fu lui, nella stagione 1972/73, a portare per la prima volta i biancoverdi in serie B, sotto la presidenza di Antonio Sibilia. Oggi i campionati sono fermi e c'è una partita più importante da giocare, quella contro il Coronavirus. "Sono stati tre anni indimenticabili - ha raccontato Giammarinaro al Quotidiano del Sud - lì sono nati anche i miei tre figli. Ho avuto un grande presidente come Sibilia, qualcuno lo definiva burbero ma non era così, un grande personaggio che se dava una parola la manteneva. Vi racconto un aneddoto: una volta vide Zucchini con una ragazza e subito mi disse di osservare i calciatori in tutto quello che fanno. Era talmente legato alla squadra che gli sembrava di vedere i giocatori anche quando non c'erano. Abbiamo sempre avuto un grande legame nonostante al terzo anno mi abbia cacciato, la sua era più una questione morale. Una volta i calciatori erano più legati tra loro, oggi ognuno pensa a sé stesso, sono diventati più degli impiegati.

Capuano lo conosco, ci siamo anche incontrati in passato, ha un carattere particolare ma ognuno di noi ce l'ha. Se supportato può portare l'Avellino in alto. Non a caso dal suo arrivo la squadra sta facendo molto meglio. Anche Di Somma sta facendo bene, conosce l'ambiente, era uno che in campo non mollava mai. Conosce il torneo, ovviamente fa quello che gli dice la società ma può dare il suo contributo. Oggi ci sono presidenti che vogliono comandare solo perché cacciano i soldi, ma penso che ad Avellino la nuova proprietà possa far bene. Ora speriamo solo di superare presto questo periodo, restare a casa e superare il prima possibile questa intemperia".

Sezione: Copertina / Data: Mer 25 marzo 2020 alle 11:54
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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