L'Avellino ha ripreso oggi la preparazione, rigorosamente a porte chiuse, in vista della delicata sfida del 27 dicembre a Bari, che chiuderà il 2025 biancoverde. Lupi che tornano al lavoro arrabbiati per un risultato che sarebbe potuto essere anche diverso senza alcune scelte arbitrali discutibili, ma ancor più consapevoli delle proprie capacità e possibilità. Perché contro il Palermo la squadra biancoverde ha dimostrato di non avere nulla da invidiare alla corazzata che sulla carta avrebbe dovuto ammazzare il campionato: ha creato di più, è andata più volte vicina al gol, ha sprecato con Tutino sull'1-0 e ha trovato un super Joronen sulla sua strada nel finale, che ha evitato il gol della capitolazione. Ha giocato senza alcun timore reverenziale avanzando anche il baricentro rispetto alle ultime uscite.

Sì perché il tema della ultime giornate in casa Avellino era l'"evoluzione" di Biancolino, che aveva capito come affrontare un campionato di B difficile e insidioso, e memore delle imbarcate prese contro Cesena ed Empoli aveva cominciato a giocare in maniera più accorta, badando prima a non prenderle, e provando a colpire in contropiede. A Bolzano ciò è valso 3 punti, sofferti ma vitali. Contro il Venezia 1 punto, difendendo con le unghie e con i denti fino alla fine ma strappando un pareggio a una squadra fortissima che alla fine conterà 26 tiri verso la porta irpina. A Catanzaro questa tattica ha portato a una sconfitta pur esprimendo una buona prestazione, dando però l'impressione di avere la coperta troppo corta. Insomma, se ci si sbilancia troppo si prendono imbucate dietro, se si arretra per non prenderle, si rischia di restare a secco, come successo a Catanzaro dove si è denotata l'assenza di un bomber di razza.

Contro il Palermo si è vista forse la prestazione perfetta, l'equilibrio perfetto tra difesa e attacco. L'Avellino non ha disdegnato di attaccare e colpire i rosanero negli spazi che involontariamente ha lasciato nel tentativo di attaccare, non si è rintanato a difesa della propria area di rigore ma ha provato anche a produrre gioco e condurre la palla, ha giocato con coraggio e personalità, come ha ammesso Biancolino a fine gara, e il risultato lo hanno visto tutti. Avesse vinto l'Avellino non avrebbe rubato niente. Gli equilibri sono sempre difficili da trovare e da mantenere, soprattutto in una materia mutevole come il calcio dove molto dipende anche dall'atteggiamento dell'avversario, ma mantenendo questa linea nella prossime partite l'impressione è che l'Avellino farà ancora prestazioni di questa portata. "Il mister ci ha detto di provare a divertirci e giocare la palla, ogni volta che possiamo. A volte ci riusciamo, altre volte meno" ha ammesso Palumbo a fine gara proprio a nostra specifica domanda, segnale che il tecnico non rinuncia al gioco, ma le situazioni talvolta non lo rendono possibile.

Ora c'è da fare i conti anche con l'infermeria, con l'assenza di Fontanarosa a Bari che sarà squalificato, Cancellotti che probabilmente sarà dirottato in difesa se Milani sarà in condizione di tornare a giocare sulla sinistra. Per il resto lo schieramento non si dovrebbe discostare molto da quello delle ultime partite. Biancolino che può ora contare anche sull'apporto di quei calciatori utilizzati poco finora e che chiamati in causa contro il Palermo hanno dato il proprio contributo: Panico, Patierno, Lescano, hanno partecipato insieme a Russo e Palumbo alla costruzione del gol del 2-2. "Questo è un gruppo unito in cui tutti danno il proprio apporto, un gruppo di uomini prima che calciatori" ha detto Biancolino in conferenza a fine partita. E proprio questa unione ha portato forse il cuore oltre l'ostacolo e alla realizzazione di risultati come questo.

Sezione: Copertina / Data: Lun 22 dicembre 2025 alle 17:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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